Più dello shibari, ad uccidere Paola Caputo è il bigottismo culturale di una società ipocrita e malata

ROMA – Forma d’arte o gioco erotico, lo Shibari è una tecnica di bondage diventata a tutti gli effetti una pratica sessuale e sta di fatto che Paola Caputo, una ragazza di 24 anni, ci ha rimesso la vita.

Proprio stamane, la Procura di Roma ha disposto l’autopsia che dovrà chiarire le cause del decesso della studentessa universitaria di Guagnano, avvenuto in un garage della periferia nord di Roma. Per questa vicenda si trova attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio colposo, Soter Mulè, un ingegnere di 42 anni appassionato di pratiche sessuali estreme. Un gioco a tre nel corso del quale è rimasta ferita anche un’altra ragazza, Federica F., 23 anni, che si trova ancora ricoverata in coma farmacologico. Ieri il gip del Tribunale, al termine dell’interrogatorio di convalida, ha disposto i domiciliari per Mulè ed ha derubricato l’ipotesi di reato da omicidio preterintenzionale a colposo in considerazione del fatto che le ragazze erano consenzienti: è stato riconosciuto, quindi, l’elemento della non volontarietà ed il comportamento processuale dell’indagato che in sede di interrogatorio ha risposto a tutte le domande.

Ciò dimostra quanto si sta dicendo ormai da tempo, ovvero che  una forma di bigottismo culturale continua a giudicare e recriminare: la società moderna cerca nuove forme di evasione e se la droga e gli sport estremi non bastano più ecco che l’unico risultato rimane il sesso. Ma deve essere libero, oltre i confini dell’ammissibile, con le forme di trasgressione che generano piacere e portano alla soddisfazione non solo del corpo ma anche della mente. È questa infatti la componente che interviene nelle tecniche sadomano dove la forma di umiliazione diviene piacere per se e per gli altri.

Gli altri, si, perché in queste pratiche ormai anche “casalinghe” è la promiscuità l’elemento necessario. L’uomo e la donna diventano maschi e femmine che devono usare il loro corpo per generare non più solo emozioni e sentimenti, ma forti azioni di rivalsa. Per fare ciò non è sufficiente un incontro al bar o una cena simpatica tra amici. Questi approcci hanno bisogno di grande disponibilità da entrambe le parti ma soprattutto complicità e fiducia dell’altro. Ecco il motivo per il quale il gip del Tribunale ha riconosciuto l’omicidio colposo: si è trattato cioè di un fatale incidente che è costato la vita a Paola Caputo, ed oggi risalta agli occhi della cronaca perché la ragazza era “legata con delle corde”. Ma quanti sono in Italia i ricoveri quotidiani ai Pronto Soccorso per interventi similari? Una delle pratiche più attenzionate dai medici degli ospedali è per esempio l’asfissia autoerotica che è proprio una parafilia di tipo masochistico, che può avere conseguenze letali. Chi la pratica, lo fa perché la deprivazione di ossigeno sembra che induca un’eccitazione sessuale ed è spesso accompagnata dall’uso di materiale pornografico, al travestitismo, al feticismo, al masochismo. La sua ripetizione comporta l’assuefazione alle sensazioni piacevoli, spingendo il soggetto ad accrescere la pericolosità delle sue pratiche, per provare ancora piacere attraverso il soddisfacimento di bisogni psicologici relativi a sensazioni forti, legati alla ricerca del rischio, a fantasie masochistiche, a desideri di espiazione purificatrice.
Occorre forse chiedersi e capire in che modo la società sta evolvendo ed il perché, nonostante la crisi economica, attività come i Sexy shop continuano a proliferare ed in essi la diversificazione dei “ritrovati” che devono garantire sempre più il soddisfacimento del corpo e della psiche.

Collari, maschere, cordami, stiletti, per non parlare di piercing nei punti erogeni ed oggetti che realisticamente sostituiscono, od integrano le diverse funzioni corporee. Ma a ciò si aggiunge anche la tecnologia ed il voyeurismo: filmati, foto, e interazioni tramite web cam o telefonini. Il tutto deve condurre al piacere che, crescendo, raggiunge i limiti per oltrepassarli.
Di certo nessuno ha diritto a giudicare, così come è insulso il ripensamento del sindaco di Guagnano, Fernando Leone, sulla scelta di proclamare il lutto cittadino per la morte della giovane Paola Caputo.
Il piacere fa parte dell’uomo ed una pratica come lo shibari risale ai tempi dei samurai ed è anticamente nata come tecnica punitiva nella quale colui che lega le corde, il Nawashi, assegna ad ogni fune un significato ben preciso e ogni nodo viene posizionato nei punti salienti del corpo indicati come punti di pressione dalla medicina orientale. La pratica, in questo modo espressa, cerca di portare i protagonisti del “gioco” alla ricerca di sensazioni profonde. È la società, invece che ha il dovere di intervenire nel trasferimento di principi e di valori senza nascondersi dietro falsi moralismi ed insindacabili giudizi.

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