Processo Lande: Sabina Guzzanti testimone. “Truffata insieme a tutta la mia famiglia”

ROMA – Dopo il cantautore David Riondino, questa mattina è toccato a Sabina Guzzanti testimoniare all’interno del processo per maxitruffa al Madoff dei Parioli, Gianfranco Lande.

Sono circa 600 le vittime costituitesi parte civile, ma ben più sono gli investitori complessivamente raggirati: basti pensare che si stima un crack finanziario di ben 170 milioni di euro. L’attrice ha impiegato più di un’ora per descrivere nel dettaglio tutta la sua disavventura: 220 mila euro sarebbe l’ammontare che la Guzzanti sostiene di aver perso, su circa 537 mila investiti. 150 mila, appunto, affidati a Lande e 70 mila euro di tasse su plusvalenze che però, come emergerà dal suo racconto, effettivamente non sono mai state incassate.
É la Guzzanti stessa a rivolgersi al braccio destro di Lande, Roberto Torregiani:”Mia madre conosceva Torregiani, nella societa’ Eim aveva investito la liquidazione e mi aveva raccontato di essersi trovata bene. La seguii – ha spiegato – sia per una ragione di convenienza economica sia perche’ avevo la possibilita’ di avere i soldi nel giro di pochi giorni se ne avessi avuto bisogno”. Un investimento che nasceva dalla necessità di crearsi una rendita fissa che le garantisse una pensione futura o delle somme sempre disponibili per esigenze artistiche.

Sabina Guzzanti è stata una delle vittime che ha subito minori perdite, se le si confrontano con cifre in rosso che superano i 4 milioni di euro. Ciò che però lei stessa ha dichiarato esserle “motivo di forte angoscia” è il fatto che nella truffa finanziaria a sette zeri ci siano finiti in mezzo numerosi suoi familiari i quali all’epoca decidettero anch’essi di investire i loro risparmi. Padre, sorella e cugini dell’attrice, vittime, loro malgrado, dell’astuzia di un delinquente.

La Guzzanti, che già dal 1999 era in rapporti con Torregiani, conosce personalmente Lande solo nel 2008, anno in cui scoppia la famigerata crisi mondiale:l’attrice chiede insistentemente informazioni al broker circa l’opportunità di disinvestire o meno la somma affidatagli, ma quest’ultimo la rassicura, sostenendo che non vi è in quel momento un rischio effettivo di perdita. I dubbi circa l’affare iniziano a sorgere nel momento in cui, proprio a partire dal 2008, si presentano difficoltà per ritirare i soldi e proprio Lande chiede della possibilità di una fidejussione per sostenere l’affitto di un locale.
“Un’imbecille, mi sono sentita un’imbecille”, così dice di essersi sentita la Guzzanti una volta appreso il raggiro. E, possiamo scommetterci, come lei molti altri inconsapevoli protagonisti di questa brutta vicenda.

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