‘Ndrangheta. Arrestato il super latitante Domenico Condello

REGGIO CALABRIA – Dopo 22 anni di ricerche è stato arrestato Domenico Condello, il superlatitante della ‘Ndrangheta.  Era lui, che gestiva la famiglia di ndrangheta del cartello dei Condello storica famiglia mafiosa, dopo l’arresto del cugino il boss Pasquale, detto «il supremo» per il prestigio ottenuto in campo criminale, preso sempre dagli uomini del Ros a febbraio del 2008, dopo 18 anni di latitanza.

Domenico Condello è stato bloccato ieri sera nella frazione Catona di Reggio Calabria dai carabinieri del Comando Provinciale e del Ros. «Il suo – dicono gli investigatori – è un arresto storico perchè era l’ultimo Condello rimasto libero sulla piazza». Condello deve scontare una condanna all’ergastolo per omicidio passata in giudicato. Inoltre era ricercato per diverse ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni ed altri reati.

Chi è Condello
Domenico Condello detto U pacciu è nato a Reggio Calabria il 4 novembre del 1956, dal 2008 regge le sorti della consorteria mafiosa dei Condello, dopo l’arresto del cugina Pasquale detto il supremo, avvenuto nel 2008.

Domenico Condello, ricercato dal 1991, e cognato di Antonio Imerti dell’omonima famiglia. Fu lui ad uccidere nella seconda guerra di ‘Ndrangheta il boss Paolo De Stefano, reo di aver qualche giorno primo attentato alla vita proprio di Antonino Imerti, con un auto bomba a Villa San Giovanni. Era l’ottobre del 1985. Imerti in quell’occasione si salvo, ma persero la vita tre persone. Pochi giorni dopo Domenico Condello, compie la sua missione di morte. È il 12 ottobre del 1985, quando in via Mercatello di Archi nel suo regno il capo indiscusso fino a quel momento della ndrangheta reggina viene trucidato insieme al suo guardaspalle. Domenico Condello per questo omicidio fu processato e condannato all’ergastolo. Quest’omicidio apri di fatto la seconda cruenta guerra di mafia a Reggio Calabria che in meno di sei anni fece quasi mille morti ammazzati. Ci volle Riina nel 1991, che travestito da prete, passo lo stretto ed impose la pax mafiosa. Per questo favore, le cosche calabresi della ndrangheta, uccisero nell’agosto del 1991 il sostituto procuratore della cassazione Antonino Scopelliti che da li a qualche mese avrebbe dovuto sostenere la pubblica accusa proprio in cassazione del maxi processo di Palermo contro Cosa Nostra. Secondo il pentito Giacomo Ubaldo Lauro, uno dei primi pentiti storici della ndrangheta era un grado al di sotto di suo cugino Pasquale e allo stesso livello dei suoi fratelli Paolo Pasquale e Vincenzo, tutti in carcere ormai da diverso tempo.

Domenico Condello è stato condannato ad un altro ergastolo al processo Olimpia per associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione e omicidio. La sua latitanza che durava appunto da 22 anni, è terminata ieri sera sotto un ponte dell’autostrada A/3 nella frazione di Catona di Reggio Calabria.

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