Clan Casalesi, nuova condanna definitiva per Sandokan Schiavone

ROMA  – La Seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva una nuova condanna per Francesco Schiavone, boss del clan dei Casalesi in carcere da 17 anni.

La sentenza, le cui motivazioni sono state depositate oggi, risale allo scorso 19 febbraio. Francesco Schiavone, detto ‘Sandokan’, insieme ad altre 27 persone era stato rinviato a giudizio davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere per il reato di associazione mafiosa commesso in provincia di Caserta e su tutto il territorio nazionale fino al 2005. Nel 2013 la Corte di assise di appello di Napoli lo aveva condannato in secondo grado, in continuazione con i reati per i quali sin dal 2010 era stato condannato in via definitiva all’ergastolo dopo la conclusione del processo Spartacus, rideterminando l’ulteriore pena in sei mesi di isolamento diurno. Schiavone è stato però assolto dall’accusa di concorso in estorsione nei confronti di un imprenditore, costretto a versare somme di denaro al clan dei Casalesi.Confermata dalla Cassazione anche la condanna nei confronti di Nicola Panaro, classe 1968, cugino di Francesco Schiavone e considerato uno dei leader del clan. Anche in questo caso la pena si andrà a sommare alle altre dell’ex boss, secondo alcune recenti voci prossimo ad avviare un percorso da collaboratore di giustizia, deve scontare. Confermate le condanne anche per tutti gli  altri imputati tranne che per Massimo Pannullo che nel 2003 è diventato collaboratore di giustizia. La Cassazione ha annullato per prescrizione la sentenza di appello che lo aveva invece condannato a tre anni. Domenica scorsa a suscitare clamore era stata la morte di Carmine Schiavone, boss pentito dei Casalesi e cugino di ‘Sandokan’, protagonista delle rivelazioni sul traffico e l’interramento di rifiuti tossici nella Terra dei fuochi.

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