Suicida l’imprenditore Ghisolfi, sostenitore di Renzi

TORINO – L’industriale Guido Ghisolfi, 58 anni, vicepresidente della multinazionale Mossi& Ghisolfi, seconda azienda italiana nella chimica,  si è suicidato ieri sera con un colpo di fucile nella sua auto, in provincia di Alessandria, vicino Tortona.

Secondo gli investigatori non vi è dubbio che si tratti di suicidio, anche se si sta cercando di risalire alle cause della tragedia. Ghisolfi non avrebbe lasciato alcun biglietto per spiegare il suicidio ma sembra che l’imprenditore si sia uccise a seguito di forti crisi depressive.

Ghisolfi era iscritto la Pd ed è stato anche sostenitore di Matteo Renzi, aveva contribuito infatti alla campagna elettorale del premier nekke primarie del 2013 . Aveva inoltre fatto parte del comitato di sorveglianza di Intesa San Paolo, subentrando ad Elsa Fornero quando era stata nominata ministro.

Molto amico anche del governatore del Piemonte Sergio Chiamparino che ha infatti commentato la tragedia: “Perdo prima di tutto un amico  l’Italia e il Piemonte perdono un grande imprenditore, un grande innovatore, un uomo di grandissima passione civile”.

Guido Ghisolfi era laureato in ingegneria al Politecnico di Torino. Dopo aver iniziato la sua carriera come ricercatore Ghisolfi era entrato nell’azienda di famiglia. Il gruppo Mossi Ghisolfi, fondato nel 1953 controllato dalla societa’ M&G Finanziaria, di proprietà della famiglia Ghisolfi e presieduta da Vittorio Ghisolfi, padre dell’imprenditore suicida. L’azienda è leader nel settore dell’ingegneria e dei prodotti chimici rinnovabili derivati da biomasse non alimentari. Opera in Europa, negli Stati Uniti, in Sudamerica ed Asia, con un fatturato annuo di oltre 3 miliardi di dollari, 2.100 dipendenti ed oltre 100 ricercatori.

Negli ultimi 10 anni ha avuto un forte sviluppo divenendo tra i leader sul mercato globale del poliesteri Pet.
Nel 2013 ha avviato la costruzione dello stabilimento di Corpus Christi, in Texas, il più grande al mondo per la produzione di Pet e Pta, un prodotto a base di particolari fluoropolimeri disciolti in miscela solvente. Sempre nel 2013 a Crescentino (Vercelli) è stato inaugurato un impianto in grado di produrre 75mila tonnellate all’anno di bioetanolo generato con gli scarti delle produzioni agricole, paglia di riso e frumento, e canna dei fossi. All’epoca fu proprio Guido Ghisolfi ad illustrare all’allora ministro Zanonato e a centinaia di ospiti del mondo finanziario ed imprenditoriale la bioraffineria e le potenzialità di mercato delle energie alternative.

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