Capotreno aggredito: giovane chiede scusa, ‘non volevo’

MILANO – Ha chiesto “scusa” e si è detto “dispiaciuto” per quel colpo di machete che ha quasi amputato il braccio sinistro del capotreno Carlo Di Napoli, il 19enne salvadoregno Josè Emilio Rosa Martinez, accusato di tentato omicidio e interrogato stamattina dal gip di Milano Gennaro Mastrangelo.

Il giudice, dopo aver sentito a verbale anche gli altri due ragazzi della gang ‘MS13’, i quali hanno sostenuto di non c’entrare nulla con il gesto brutale del loro amico, ha confermato il carcere per tutti e tre.

“Mi dispiace per lui, mi scuso, ero in stato confusionale per l’alcol e volevo soltanto spaventarlo”, avrebbe detto, in sostanza, Martinez nel carcere di San Vittore, stando a quanto riferito dal suo legale, l’avvocato Alessio Mantuano. Il ragazzo, che ha un figlio di 6 mesi, aveva già confessato davanti agli agenti della Squadra mobile di aver colpito con il machete il capotreno alla fermata di Villapizzone, tre giorni fa. E aveva fornito agli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pm Lucia Minutella, elementi utili per arrivare a bloccare gli altri due giovani della gang, Jackson Jahir Lopez Trivino, detto ‘Peligro’, e Alexis Ernesto Garcia Rojas, noto come ‘Smoking’, fermato ieri.

Davanti al giudice, Martinez ha confermato la versione già resa, “si è dimostrato collaborativo – ha chiarito il suo legale – e dispiaciuto per le conseguenze del suo gesto, di cui si è reso conto solo dopo perché quella sera era confuso per l’alcol ingerito e poi scosso per l’arresto”. Anche la madre del ragazzo, ha spiegato il legale, “è dispiaciuta per quello che ha subito il capotreno e si è sentita un po’ sollevata quando ha saputo che il braccio non era stato amputato”. 

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