Niente carcere per Azzollini. M5S, salvato dal PD

ROMA – L’Aula del Senato ha detto “no” agli arresti domiciliari per il senatore di Ncd Antonio Azzollini.

I “no” sono stati 189, i sì 96 astenuti 17. Azzollini è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e altri reati relativi alle case di cura Divina Provvidenza, una Onlus che si occupa della cura e dell’assistenza delle persone con problemi psichiatrici. Per la stessa vicenda sono arrestate altre persone, comprese due suore.

Il senatore si è difeso per quasi mezz’ora nell’Aula del Senato dalle accuse che gli sono state mosse dalla Procura di Trani e afferma che nei suoi confronti c’è solo “fumus persecutionis integrato a sufficienza”. Spiega date e riporta fatti per dimostrare come si tratti di “ricostruzioni difficili da poter ritenere anche

solo logiche”. E avverte che contro di lui sono state usate testimonianze “contraddittorie” ritenute invece “attendibili”, oltre ad un uomo “non autorizzato” che di fatto lo ha “spiato”.

Il PD prima del voto ha lasciato libertà di coscienza ai suoi senatori come aveva annunciato il capogruppo Luigi Zanda. Un particolare che ha suscitato critiche dal M5S: “Il Partito democratico – dichiara Barbara Lezzi, senatrice del Movimento 5 Stelle – esegua il volere della magistratura e della giustizia e ne faciliti il lavoro. Il capogruppo del Pd al Senato, Zanda ha chiesto libertà di coscienza.  Qui la coscienza dice solo una cosa: deve dettare un ordine preciso, Azzolini come richiede la magistratura deve essere arrestato”. E poi: “Durante la legge di stabilità del 2013 in commissione Bilancio ci fu un ”marchettificio” da 1 miliardo di euro e c’erano tutte le forze politiche ad esclusione del Movimento 5 Stelle. Nelle intercettazioni sull’inchiesta che riguarda Azzollini abbiamo letto dell’antipatia verso le 4 senatrici del Movimento 5 Stelle in commissione Bilancio che si opponevano agli emendamenti ‘marchetta’ al centro di questa indagine”.

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