Strage di migranti in confine con Austria. Almeno 50 morti dentro un tir

ROMA – Un altro viaggio della speranza e’ finito in tragedia: decine di migranti sono morti asfissiati mentre viaggiavano clandestinamente attraverso l’Austria in un camion da trasporti.

Il bilancio e’ ancora incerto; ma secondo la polizia, il numero di disperati ritrovati morti potrebbe arrivare a 50. I cadaveri sono stati rinvenuti in un camion parcheggiato in un’area di sosta dell’autostrada A4, tra il lago Neusiedl e la localita’ di Parndorf, nello stato del Burgenland, alla frontiera con l’Ungheria. La polizia sta dando la caccia al conducente del veicolo, del quale pero’ non si ha alcun indizio. Il veicolo ha richiamato l’attenzione degli agenti perche’ da varie ore era fermo ai bordi dell’autostrada. “Questa tragedia ci ha commosso tutti: I trafficanti di essere umani sono dei criminali”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Johanna Mikl-Leitner, in una conferenza stampa nella citta’ di Eisenstadt. E mentre migranti e rifugiati arrivano alle porte dell’Europa in un numero che non ha precedenti con la speranza di trovare una vita migliore o protezione (mercoledi’ un nuovo record al ‘varco’ nei pressi del villaggio di Roszke, tra Ungheria e Serbia: la frontiera e’ stata attraversata da 3.241 persone, tra cui quasi 700 bambini), l’Ue appare incapace di dare una risposta comune. 

La raccapricciante scoperta dei cadaveri nel tir e’ stata fatta proprio mentre il cancelliere Angela Merkel e i leader di 8 Paesi balcanici si incontravano a Vienna per concordare una strategia per affrontare la crisi. Poco prima dell’inizio della conferenza, il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha avvertito che il suo Paese prendera’ in considerazione norme anti-immigrazione piu’ severe se l’Ue non riuscira’ a trovare una risposta unitaria. A Vienna, anche Serbia e Macedonia hanno chiesto piu’ aiuti e un’azione concertata dell’Ue. “E’ un problema dell’Ue e chiedono a noi un piano di azione. Ma e’ l’Ue stessa che dovrebbe avere un piano”, ha detto il ministro degli Esteri serbo, Iviva Dacic, prima dell’inizio del vertice. “Fino a che non avremo una risposta europea non dovremo farci l’illusione che si risolva’”, ha aggiunto il suo omologo macedone, Nikola Poposki. Serbia e Macedonia non sono Paesi membri dell’Ue, ma entrambi hanno lo status di “Paesi invia di adesione”; ed entrambi i Paesi sono terreno di transito delle decine di migliaia di migranti che cercano di raggiungere l’Ue. Secondo il commissario europeo all’allargamento, Johannes Hahn, alla porte dell’Europa ci sono attualmente 20 milioni di rifugiati di diversi conflitti in cerca di sicurezza. La Commissione europea ha ribadito comunque che punta a proporre entro la fine dell’anno “un meccanismo permanente, vincolante e con quote” per la ripartizione di richiedenti asilo in caso di emergenze che possano verificarsi in qualunque Paese. 

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