Mafia. Inchiesta su reati finanziari, indagato il vice presidente di Unicredit

FIRENZE  – C”è anche Fabrizio Palenzona, vice presidente di Unicredit, tra la decina di indagati nell”ambito di una inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, che ipotizza l”accusa di reati finanziari aggravati dal favoreggiamento a Cosa Nostra.

Stamani gli uffici di Palenzona sono stati perquisiti dai carabinieri del Ros di Roma, a cui la Procura di Firenze, diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, ha affidato l”indagine. Perquisizioni sono state eseguite anche in varie città della Toscana, ma anche a Roma, a Palermo e a Trapani. Complessivamente gli indagati sono una decina, tra imprenditori e funzionari di Unicredit. Le perquisizioni sarebbero state condotte per acquisire documentazione bancaria relativa ai rapporti tra l”imprenditore trapanese Andrea Bulgarella, sospettato di un collegamento con il superboss latitante Matteo Messina Denaro, e Unicredit. Gli investigatori ritengono sospette alcune delle attività imprenditoriali di Bulgarella, soprattutto in Toscana, presente a Firenze, Lucca e Pisa. Bulgarella ha attività anche in regioni del nord Italia e a Trapani. 

Secondo quanto si è appreso da fonti vicine agli investigatori, l”operazione antimafia condotta dai carabinieri del Ros, coordinati dalla Procura di Firenze, mira a fare luce su una presunta rete di fiancheggiatori di Cosa Nostra, anche sul piano finanziario. Una rete che potrebbe avere anche collegamenti più o meno diretti con la latitanza del superboss Matteo Messina Denaro, considerato l”erede di Totò Riina e il capo dei capo dopo la sua cattura nel 1993. Sono state eseguite una ventina di perquisizioni nei confronti di una decina di indagati. Tra i perquisiti anche il costruttore Andrea Bulgarella, originario di Trapani e residente a Pisa. Bulgarella è l”imprenditore che ha ristrutturato il Grand Hotel Palazzo sul lungomare di Livorno. Sotto la lente degli investigatori ci sarebbero una serie di operazioni finanziarie considerate sospette, che potrebbero celare possibili infiltrazioni mafiose.

 

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