Sgombero area ex Baobab a Roma, via 100 migranti

Forte preoccupazione di Amnesty

ROMA  – Via le tende, che hanno ospitato per mesi centinaia di migranti, e i bagni chimici. Rimossi una cucina e degli armadi di plastica con dentro generi alimentari donati dai romani. E’ stata sgomberata di nuovo stamani l’area davanti all’ex centro di accoglienza per immigrati Baobab a Roma, in via Cupa. Un luogo divenuto simbolo del cortocircuito tra ospitalita’, istituzioni e rapporti con i cittadini. Ma anche simbolo di una corsa alla solidarieta’ tra romani per sostenere un centinaio di migranti, tra cui bambini, abbandonati di fatto in strada. Solidarieta’ ma anche proteste. I residenti della zona hanno denunciato piu’ volte le condizioni disumane di vita e la sporcizia nella tendopoli improvvisata, in cui i volontari del centro avevano continuato a lavorare anche dopo la chiusura a dicembre 2015. In strada erano rimasti 109 migranti – tra cui 24 donne e un bambino – che sono stati accompagnati dalla polizia a bordo di pullman nel centro di identificazione di via Patini. Chi ne avra’ diritto sara’ poi ricollocato nelle strutture di accoglienza che saranno individuate dal Comune, ha spiegato la questura.

“La verifica dei luoghi – cosi’ nel comunicato della Questura – ha evidenziato una gravissima situazione di degrado che ha reso necessario richiedere l’intervento dei competenti uffici comunali per la bonifica e la pulizia dell’intera zona”. Per i 109 migranti, precisa la questura “e’ prevista l’accoglienza presso il centro di via del Frantoio o in altre strutture che la sala operativa sociale del Comune sta individuando”. Il Consiglio Italiano per i Rifugiati, l’associazione A Buon Diritto, Action Diritti in Movimento e Radicali Roma si dicono ‘allarmati’ dallo sgombero e dalle conseguenze che potra’ avere sulle persone che erano raccolte e assistite nell’area. “Pur nella considerazione che le competenze in tema di ordine pubblico afferiscono al Governo e quelle di accoglienza a Roma Capitale, in ogni caso, la Regione Lazio ha dato fin dal 2014 ampia disponibilita’ a lavorare in maniera condivisa per arrivare a una soluzione”, si legge in un comunicato della Regione. “Riprenderemo a vivere in Via Cupa? Sara’ una soluzione davvero definitiva?”, si chiede invece il Comitato Cittadini Stazione Tiburtina. “Come cittadini ringraziamo tutte le forze politiche e le istituzioni che, anche se con grave e imperdonabile ritardo, hanno posto fine allo scempio che era diventato Via Cupa – prosegue la nota -. Constatiamo comunque che i responsabili di questo traffico umano abusivo seppur noti ad istituzioni e forze dell’ordine non sono stati perseguiti legalmente: la serieta’, la legalita’ e la certezza della pena non sono ancora di casa in Italia”. Il centro Baobab era stato chiuso il 6 dicembre dello scorso anno, ma i migranti hanno continuato ad avere via Cupa come luogo di riferimento. Mesi fa vennero sgomberati dai marciapiedi di via Tiburtina, davanti al cimitero monumentale del Verano, ma le tende rimasero nella strada.

Amnesty International Italia, nel frattempo, ha appreso con “forte preoccupazione” dell’operazione di polizia che ha portato allo sgombero del centro di accoglienza. L’organizzazione per i diritti umani rileva come “la città di Roma abbia mostrato evidenti e persistenti lacune nell’accoglienza dei migranti” e si domanda dunque quale sia il futuro delle persone portate presso l’ufficio immigrazione della Questura in Via Patini allo scopo di essere identificate e, in particolare, “in vista dell’arrivo di altri migranti, quali strutture alternative il Comune abbia individuato allo scopo di fornire a queste persone un’accoglienza dignitosa”. 

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