Arrestato in Colombia il poliziotto che uccise un clochard a Milano

MILANO – E’ stato arrestato in Colombia un ex poliziotto della Polfer condannato nel 2014 per l’omicidio di un clochard avvenuto alla stazione centrale di Milano il 6 settembre 2008.

A tradirlo, la passione per il calcio e alcune foto apparse su internet. Le indagini andavano avanti da circa due anni, da quando, cioè, la Cassazione aveva emesso la sentenza definitiva che condannava l’uomo a 11 anni e 4 mesi per l’omicidio di un senza tetto che dormiva alla stazione. Durante un controllo, insieme a un collega, avrebbe condotto il clochard nell’ufficio della polizia ferroviaria, aggredendolo poi a calci e pugni fino a fargli perdere la vita. I due vennero accusati di omicidio preterintenzionale e falso ideologico anche perché, per tentare di discolparsi, avevano raccontato di essere stati aggrediti con un taglierino dal clochard, simulando anche una ferita alla spalla. Una circostanza, questa, che però non trovò alcun riscontro. L’uomo tentò poi il ricorso in appello e in terzo grado, ma in attesa della pronuncia della Cassazione, fece perdere le proprie tracce. 

Le indagini della Squadra Mobile di Milano, coordinate dal sostituto procuratore generale Antonio Lamanna e svolte in collaborazione con l’Interpol, hanno consentito di individuare l’ex poliziotto della Polfer in Colombia, dove era arrivato circa due anni fa prendendo un aereo in Spagna fino in Ecuador e proseguendo poi con pullman di linee locali fino a Bogotà, in Colombia. L’attività investigativa, risultata particolarmente complessa dal momento che l’uomo non aveva quasi più alcun contatto con la famiglia di origine, è stata condotta di concerto dalla polizia italiana e da quella colombiana. Gli investigatori sono riusciti a individuarlo nella capitale colombiana, scoprendo che nel frattempo era entrato a far parte del Cun, squadra di calcio della locale università che ha inserito la sua scheda su internet. L’uomo, entrato con un visto turistico, viveva in un miniappartamento e si manteneva dando ripetizioni di italiano; agli amici aveva manifestato l’intenzione di stabilirsi definitivamente a Bogotà, dove avrebbe voluto aprire una agenzia di viaggi. Ora si trova in carcere in Colombia ed è in attesa dell’iter per l’estradizione. 

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