I mali della giustizia nell’Italia di oggi

ROMA – Il miglioramento che la riforma del processo civile, presentato in questi giorni dal Guardasigilli Orlando dell’attuale governo Renzi, ha presentato al parlamento e che il 29 agosto prossimo sarà presentato alle Camere per l’approvazione finale, va salutato come il primo passo di una riforma, necessariamente più ampia e articolata, che il governo si è impegnato a mandare avanti alla ripresa dei lavori parlamentari nel vicino autunno.

Il segretario dell’Associazione Nazionale Carbone, di recente intervistato, ha dichiarato: “La priorità del processo civile, da rendere più veloce, dopo anni (di fatto, durante tutto il ventennio populista) in cui la politica si è dedicata essenzialmente al processo penale e all’ordinamento dei magistrati, come anche il metodo che è stato finora quello del dialogo con i magistrati e non dello scontro con la categoria.”

“E’ positivo – ha aggiunto Carbone – che si sia deciso (nel momento in cui si approva l’indennizzo di otto euro al giorno o di sconti di pena per i detenuti che tuttora vivono in carcere in condizioni inumane) che si decida anche di reintrodurre il falso in bilancio e il reato di auto-riciclaggio e, più in generale, l’intento e le misure per rendere più efficace la lotta contro la corruzione che in Italia tocca tra le punte più alte tra i paesi dell’Ocse. I problemi della giustizia non si risolvono inasprendo le sanzioni alle toghe o concedendo risarcimenti ai citta- dini ma offrendo processi più veloci e una giustizia più efficace. Noi siamo convinti che non siano i magistrati i responsabili della grave crisi attuale della giustizia. Come tutti i cittadini, già oggi rispondono, in senso penale e in sede civile, la riforma è urgente per un contrasto efficace contro la corruzione e per accelerare i processi, che rischiano di restare tra i più lenti e inefficaci dell’Europa, se non dell’intero pianeta. “Quanto alla legge sulle intercettazioni, il segretario dell’Associazione Nazionale, Carbone, ritiene che – rispetto all’esigenza sacrosanta di conseguire gli obbiettivi per cui la legge precedente era stata approvata – pur con le sue indubbie contraddizioni, sia necessario nell’elaborare la nuova, l’accortezza di rispettare tre esigenze fondamentali: la tutela della riservatezza dell’indagato e ancor più dei terzi intercettati e non indagati; il diritto di cronaca, dei giornalisti che devono poter scrivere le notizie e dei cittadini che devono poter essere informati (e perciò è stato positivo, da parte del governo, inviare ai direttori dei giornali la proposta del decreto Orlando); l’esigenza di proteggere la segretezza dell’indagine. Per quanto riguarda le intercettazioni, è necessaria una maggiore attenzione dei giornalisti a non pubblicare elementi che non riguardino l’indagine ma siano soltanto pettegolezzi, o voci più o meno incontrollate, e, da parte loro, ai magistrati spetta il compito di inserire nei loro provvedimenti in maniera esclusiva le intercettazioni funzionali al provvedimento che stanno emanando. Quanto alla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, non c’è nessuna obiezione a una più netta separazione della disciplinare all’organismo consiliare, nessuna obiezione da parte nostra, ma si deve pensare piuttosto alla riforma della legge elettorale che incorpori il metodo delle primarie per indicare i candida ti in modo da offrire a chi vota maggiore possibilità di scegliere. Il parlamento piuttosto dovrebbe decidersi a scegliere i nomi di propria competenza.” Ora il quadro sta diventando più chiaro. Le obiezioni di chi scrive riguardano il metodo di scelta dei nuovi senatori e una certa limitazione dei poteri che rischiano di fare del Senato una sorta di assemblea troppo subordinata agli interessi delle Regioni (soprattutto delle più importanti a livello nazionali) e delle segreterie dei partiti ma si tratta, come è noto, di una legge costituzionale e ci vorranno in tutto quattro letture prima dell’approvazione finale. C’è da sperare che, chi deve, rinsavisca prima di quella data.

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