Vertenza Alitalia Cai-piloti. Il giudice respinge le richieste dei sequestri

ROMA – “Il Tribunale di Civitavecchia, nonostante la conclamata mancata assunzione del numero minimo di 1689 piloti – prevista come obbligatoria ed inderogabile dall’accordo quadro governativo del lontano 14-settembre 2008- da parte di Alitalia Cai, mancandone all’appello diverse centinaia, non ne dà purtroppo atto e, inaspettatamente, respinge le richieste di sequestro nell’imminenza dell’accordo con Etihad e dell’azione di spoglio in corso dei beni e dell’illiquidità dimostrata della compagnia di bandiera”.

E’ quanto fanno sapere i piloti di Alitalia ingiustamente estromessi il 13 gennaio 2009-data d’inizio dell’esercenza di Alitalia Cai Spa.

I 6o piloti peraltro con denuncia-appello e poi con diffide, in mancanza di qualsiasi risposta dovuta e obbligatoria per legge, visti gli interessi specifici e più che qualificati, avevano chiesto l’intervento anche al Governo, al Ministero del lavoro, al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, al Ministero dello Sviluppo Economico che -insieme ai sindacati-firmatari- si erano impegnati a garantire il rispetto dell’accordo quadro di settembre 2008 e di quelli successivi conformi e meramente esecutivi. Invece, nulla di fatto, nonostante i piloti avessero solo chiesto il rispetto di un accordo e l’accertamento dei fatti che si può riassumere in 4 punti, ovvero come gli stessi interessati riportano fedelmente:

accertare  il mancato rispetto del numero minimo previsto di 1689 unità lavorative del personale navigante tecnico da assumere al 13 gennaio 2009; accertare il numero di piloti assunti al 13 gennaio 2009;  accertare il numero di piloti assunti a termine dal 13 gennaio 2009 ad oggi;  accertare la mancata assunzione degli istanti rientranti nel suddetto numero minimo e porre in essere ogni azione idonea a determinare la loro immediata stabilizzazione in Alitalia Cai Spa; sanzionare Alitalia Cai per i gravi inadempimenti di cui si è resa responsabile e caducare – in funzione sanzionatoria – incentivi economici, fiscalizzazione di alcuni oneri sociali, concessione di integrazioni salariali, nonché porre in essere altri interventi necessari (ad esempio con un “mirato” esercizio dei poteri societari da parte di azionisti pubblici come Poste Italiane spa e per essa del suo azionista totalitario, il Ministero dell’Economia e delle Finanze).

E’ inutile ricordare che ad oggi nessun riscontro è stato dato, nonostante i mesi trascorsi e la palese violazione dei termini previsti dalla legge per rispondere, eppure era stato evidenziato come l’omesso controllo e l’assenza della vigilanza avesse consentito e agevolato l’inadempimento della CAI, con uno spreco incredibile di professionalità di tanti piloti.

Inoltre – come denunciano i piloti –  nell’assenza totale da quasi 6 anni di forme di controllo da parte del Governo, dei Ministeri e dei sindacati firmatari, l’Alitalia Cai ha continuato a ricorrere ad esternalizzazioni illegittime ed illecite sulle quali da ultimo sta indagando anche la Procura di Civitavecchia con specifico riferimento a quanto occorso nell’incidente della Carpatair nel febbraio del 2013.

L’Alitalia Cai ha continuato anche l’esternalizzazione dei dipendenti, attuata attraverso la concessione in subappalto di attività per le quali aveva ottenuto incentivi. Ma i 60 piloti, nonostante le difficoltà in cui si sono imbattuti, pienamente consapevoli di avere il diritto all’assunzione, scaturente dall’accordo di settembre del 2008 e di rientrare ampiamente nel numero minimo delle risorse da assumere, procederanno tutti uniti in tutte le sedi per farlo valere e per denunciare le responsabilità emerse nella loro triste e grave vicenda, specchio di un paese che sta per ripetere, forse, gli stessi scenari. Ma per questo occorre aspettare il placet del 5 novembre prossimo.

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