Disumano chiudere Mare Nostrum. Lasciano morire Pinocchio perché è nero

ROMA – C’era una volta un burattino di legno in bocca a una balena, lì ritrovò suo padre, il buon Geppetto, e   fu così che insieme si misero in salvo, sfidando il mare fino alle coste del nostro Bel Paese. Erano in acque internazionali? Pinocchio, non avendo la pelle rosacea avrebbe dovuto fare domanda d’asilo? Essendo di legno lo avrebbero riconosciuto come minore? Non essendo dello stesso sangue di Geppetto lo avrebbero considerato non accompagnato? Lo avrebbero affidato ai servizi sociali o avrebbero dato fiducia al povero Geppetto?

Favole per bambini che raccontano la disumanità degli adulti, oggi. Nell’indifferenza generale è stato dato l’addio a Mare Nostrum, progetto messo su dal governo italiano grazie alla sollecitazione della Comunità Europea dopo la catastrofe umanitara dell’ottobre 2013, quando per assenza di un sistema efficiente di controllo delle coste e, neanche a dirlo, ma è così, per mancanza di volontà politica – italiana e anche europea -di organizzare un ponte umanitario con le coste libiche fummo costretti a mettere una pezza. Una pezza che non ha arrestato del tutto il numero dei dispersi, né quello delle vittime, ma ha evitato il peggio: sono stati 150.000  tra uomini, donne e bambini i migranti assistiti dai mezzi impegnati nell’operazione; più di 94.000 i migranti recuperati dalle navi della Marina Militare, e 330 i trafficanti di esseri umani assicurati alla giustizia. 

Qui non si tratta di imaginare Pinocchio a fare il fotosegnalamento a Lampedusa, il rischio è quello di non arrivarci nemmeno a Lampedusa. Si giudica a priori la balena – il medium, il viaggio pericoloso causato molte volte da problemi più seri di quelli raccontati da Collodi – come una scelta del migrante di cui deve prendersene le responsabilità, fino a pagare con la vita, se la sorte impazzisce in acque internazionali… Tecnicamente è così, Renzi, Lucignolo, gatto, volpe e Mangiafuoco al tempo stesso, non lo dice, ma il nuovo piano che sostituirà Mare Nostrum, Triton, ha due particolarità sconvolgenti, che ne fanno un’azione politica di una gravità inaudita: la prima è che ha un raggio d’azione che non copre le acque internazionali, mentre Mare Nostrum aveva l’obbiettivo di controllare e assistere fino alle acque libiche. C’est à dire che la responsabilità politica precedentemente obbligava il nostro Stato e con questo l’Europa ad evitare stragi in tutto il Mediterraneo ora invece ci occuperemo solo del nostro giardinetto, quello che succederà più in là di una bandierina rossa o di una boa non ci interesserà e non lo sentiremo nemmeno sui telegiornali… 

Ci saranno morti invisibili (ancora più invisibili) tanto si sa che se pure messe in salvo, quelle vite, da queste parti sono destinate a esistenze senza colore. Torniamo alla favola: Pinocchio chiede aiuto sotto casa della fatina, la fatina scende, Pinocchio chiede aiuto in alto mare, la fatina finge di non sentire. Cambiamo linguaggio e arriviamo alla seconda particolarità del neonato Triton: parliamo in termini spiccioli, meno poetici, più economici. Se Mare Nostrum costava 114 milioni di euro l’anno ovvero 9,5 milioni di euro al mese, Triton costerà solo 3 milioni di euro al mese ovvero ci saranno meno uomini, meno imbarcazioni, meno elicotteri, meno assistenza. Mentre Alfano festeggia dicendo che l’Italia finalmente non spenderà neanche un centesimo perché tutto sarà finanziato dall’Unione Europea e il miniprogetto sarà coordinato e gestito da 15 nazioni, è opportuno precisare che anche il finanziamento di Mare Nostrum non ha previsto tasse e maggiori contributi per gli italiani, perché si erano utilizzate le risorse della Marina Militare, risorse che ora non saranno tagliate, ma saranno impiegate per operazioni meno emergenziali della cui reale consistenza e effettiva importanza non è e non sarà a piena conoscenza l’opinione pubblica – basta pensare al caso dei due Marò che, cosa trascurata dai media nazionali, scortavano un’imbarcazione privata (una petroliera) -. Ora, finti  pianti a parte in caso di morti a galla con immagini forti in copertina, gli italiani, la maggioranza degli italiani, forse a freddo è contenta di tanta disumanità, è contenta di credere di risparmiare qualche cosa, è contenta che qualcuno stia peggio, è contenta di non aiutare, non incontrare, non vedere. E’ contenta di distruggere le favole, la poesia, le vite altrui. Così diciamolo con chiarezza: quel che si sta sentenziando in questi giorni è un atto di becero egoismo, di cui solo le peggiori destre sarebbero state capaci e gli italiani ne sono stati capaci. Inutile dire che la stessa Comunità Europea ha richiamato Renzi, dicendogli che l’impegno europeo non sgrava le responsabilità italiane, inutile dire che gli appelli delle Ong, delle Associazioni e degli operatori di settore per mantenere in vita al fianco di Triton il vecchio e già rimpianto Mare Nostrum non sono state ascoltate. Ora ci saranno due mesi in cui i due progetti conviveranno, per passarsi le consegne, poi all’arrivo del brutto tempo, quando il mare chiamerà a sé i respiri e le barche saranno popolate di poveri Cristi in fuga dalle guerre, l’Italia si scamberà i regali davanti al caminetto o si guarderà allo specchio più infelice perché più sola e con nuovi nemici da trovare per giustificare tutti i propri limiti. Impedito a Pinocchio di diventare umano, si scopre di essere stati sempre gelidi esseri disumani. Convinti che in certe acque ci siano solo pesi, di legno, perché non ancora andati tutti a fondo, ci scopriamo ciechi, sordi, muti e potenziali assassini.

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