Quirinale. Giochi di potere

ROMA – I tentativi di eleggere il Capo dello Stato si sono ripetuti anche questa mattina, tra il solito tira e molla di una maggioranza che traballa, tra riunioni e incontri notturni, tra i volti tesi e inquieti dei 1008 grandi elettori, i quali, non hanno raggiunto il quorum pari ai due terzi dei componenti dell’assemblea, (673 ndr).

Questa mattina sono state 531 le schede bianche. Tra i candidati spicca Ferdinando Imposimato, proposto dal M5s, il quale ha totalizzato 123 voti. Segue Luciana Castellina, proposta da Sel, con 34 preferenze, Vittorio Feltri, promosso dal cartello Lega-Fratelli d’Italia, con 51 voti, Stefano Rodotà, il cui nome è stato scelto dagli ex M5s con 22 preferenze. Poi Gabriele Albertini, sostenuto da Popolari per l’Italia con 14 schede, Emma Bonino, supportato dai socialisti di Riccardo Nencini che ottiene 25 voti e infine  Claudio Sabelli Fioretti con 14 voti e Marcello Gualdani  con 10. 

Nel frattempo, in attesa della prossima votazione prevista nel pomeriggio alle 15, il Pd sfoggia una certa sicurezza, forte del fatto di aver “ricompattato” il partito sul nome di Mattarella. anche se potrebbero apparire improvvisamente i franchi tiratori. Forza Italia, dal canto suo, non ha retto all’intesa mancata tra Berlsuconi e Renzi su un nome spendibile e ora la tensione è alle stelle: “Gli ex-Nazareni ci dettano loro la linea anti-Nazareno, cioe’ la nostra linea (per la quale ci aggredivano)? Dagli abiti per il giuramento del Governo Renzi due (Pd-FI, vagheggiato da tanti di loro fino a 24 ore fa) sono passati agli scarponi dell’opposizione dura e pura, e pretendono anche di farci la lezione su come indossarli?”,

Per Pippo Civati si sente soddisfatto per la scelta di Mattarella: “Il Patto del Nazareno secondo me non è finito, diciamo che è sospeso”. E poi: “E’ come le telenovelas, ci sono sempre le puntate in cui litigano, un po’ per finta, un po’ per davvero. C’è da capire Alfano, perché è in una posizione incredibile, è alleato di governo però sta minacciando sfracelli che secondo me non farà. Quindi se la situazione rimane questa, Renzi ha scelto una strada molto stretta”.

Insomma, inutile nasconderlo, continuano i  giochi. E pensare che Giorgio Napolitano era rimasto al suo posto al fine di permettere le riforme, in primis quelle elettorali, prima di tornare alle urne. E invece tutto è rimasto immutato. Il senatore Renato Brunetta parla di tornare al voto, mentre Renzi è talmente sicuro di rimanere al governo fino a fine mandato e addirittura di essere rieletto. Quello che è successo finora è sotto gli occhi di tutti e di cambiamenti se ne sono visti ben pochi.

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