Napoli, candidatura Bassolino: che desolazione il passato che ritorna

ROMA – Il passato non ci sta ad uscire di scena. Ritorna spocchioso, desolante, e pretende di rimettersi in pista. La candidatura di Bassolino a Napoli rappresenta a tutti gli effetti la sconfitta della politica attuale. 

Ma se l’ex sindaco ed ex presidente della Regione Campania (entrambi gli incarichi ricoperti per due mandati) può annunciare la sua intenzione di ritornare alla politica attiva candidandosi a sindaco del capoluogo partenopeo, è solo perché la crisi del partito democratico regionale gli ha aperto uno spazio. E un animale politico come Bassolino non è disposto a perdere l’occasione di infilarcisi e di cercare di riconquistare il ruolo che fu.

Il Pd nazionale è corso ai ripari. La proposta della segreteria di impedire a chi è già stato sindaco di candidarsi alle primarie è l’unica possibilità di non perdere la faccia. Renzi aveva fatto della ‘rottamazione’ della vecchia classe dirigente, sia dentro il partito che nelle istituzioni, un suo cavallo di battaglia per il rinnovamento. Eppure, in un certo senso, è lo stesso leader ad essere l’artefice del ‘fattaccio’. Perché se avesse riservato una maggiore attenzione alle sorti del Pd nelle regioni del Sud, soprattutto in Campania, lo spazio per una possibile candidatura di un Bassolino a sindaco non si sarebbe aperto. 

Il Pd dopo la vittoria del centrosinistra alle regionali, non è avanzato di un passo e appare più diviso che mai. De Luca è uno che decide per conto suo, lo scollamento dal partito è evidente, da lui si è smarcata anche la segreteria regionale con parole e prese di posizione molto dure. Specie in seguito allo scandalo del marito della giudice che ‘ha salvato’ De Luca dalla sospensione per effetto della legge Severino. Un’inchiesta ancora in corso che vede il presidente della Regione indagato. In un Pd non risollevato ma in qualche modo, paradossalmente, piegato dall’elezione di De Luca a presidente di Regione, l’occasione a Bassolino è stata servita su un vassoio d’argento. I suoi sostenitori all’interno del partito negli ultimi mesi hanno fatto gioco a sé, convinti di poter contare su un consenso che nasce dalla forza elettorale della persona. Bassolino si presenterebbe come l’unico in grado di salvare la città, anche da De Magistris. 

Bella gatta da pelare per Renzi. Anche fermando la candidatura dell’ex sindaco, c’è un partito che nelle regioni del Sud reclama una direzione politica per non perdere consenso e per uscire da un personalismo becero che non porta a nulla di buono. Reclama soprattutto una vera e nuova classe dirigente, non solo in termini di età, ma di capacità e di testa.  

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