Baku, ultima frontiera della formula uno. Sfida vinta

ROMA – Chi è nato all’inizio degli anni ottanta ed è entrato nel mondo del lavoro dopo il percorso accademico ha dovuto scontrarsi con tre vocaboli che hanno irrotto fortemente nella nostra quotidianità: equità, tagli e crisi.

La situazione del paese Italia è questa e sinceramente mi rammarico non solo per le poche opportunità che il paese sta offrendo, quanto perché mi sarebbe piaciuto crescere esponenzialmente alla mia nazione. Nostalgia dei meravigliosi anni sessanta che oggigiorno molte persone con qualche primavera in più di me rimpiangono con molta tristezza. 

Il rovescio della medaglia la sto vivendo fortunatamente in un paese che sta mostrando a tutti la sua grande iperattività e che da diversi anni mi sta facendo assaporare la sensazione di una riscossa economica – l’Azerbaigian, tanto che da qualche settimana è entrata nel parlato, anche comune, l’espressione “effetto Azerbaigian”, grazie all’organizzazione del Gran Premio di F1 e alla presenza della Socar – Società Petrolifera statale dell’Azerbaigian, come top sponsor del campionato europeo di calcio UEFA. La sua capitale, come l’intero paese, dove amo tornare per la cultura che si respira, si modica costantemente al passare degli anni. La nazione caucasica sembra divenire sempre più baricentro economico e turistico dell’Asia Centrale ed un forte elemento di collegamento con l’Europa.

La nuova ferrovia che si sta realizzando darà nuova linfa vitale alla Via della Seta ed il paese ne trarrà giovamento da un punto di vista logistico perché fungerà da porta d’ingresso dell’Asia.

Oltre a queste meravigliose caratteristiche c’è sempre più Azerbaigian tra le manifestazioni patinate mondiali, il paese oramai comincia ad essere la nazione dove tutti i sogni sportivi economici e turistici possono divenire come per incanto realtà. 

Un’altra sfida è stata vinta facendola entrare nel mito.

Per l’ennesima volta la capitale Caucasica ha mostrato la sua vera faccia ed il suo forte slancio vitale trovandosi preparata a questa nuova manifestazione che mister Bernie Ecclestone, patron della Formula Uno, ha lanciato proprio in questa meravigliosa terra.

Peccato non essere presente, sarebbe stato davvero fantastico vedere la reazione del popolo che per la prima volta ha visto sfrecciare famosi piloti tra le vie della propria capitale

Non sono un appassionato di questo sport, sono rimasto ancora alle celebri sfide tra Prost e Senna a cavallo tra anni ottanta e novanta ed ho visto qualche Grand Prix tifando Schumacher che inanellava successi su successi con la scuderia del Cavallino, ma vedere le vetture correre parallelamente alla Cittadella ed alla Torre della Vergine, costeggiando tutti i palazzi che con le loro forme arabesche hanno da sempre accompagnato le mie passeggiate, era un’occasione da non perdere.

Le telecamere che mostravano la gara erano focalizzate sulle auto, mentre aspettavo con ansia il momento che si concentrassero sulla città, esibendo punti suscettibili d’interesse che hanno portato Baku alla ribalta turistica mondiale.

E in effetti, se proprio Ecclestone, all’indomani della manifestazione del 19 giugno scorso, ha lodato l’organizzazione azerbaigiana affermando che “sarebbe fantastico se ogni paese lavorasse come l’Azerbaigian nell’accogliere la F1, poiché a Baku è stato fatto un lavoro incredibile”, lo stesso Presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, aveva sottolineato alla vigiia del Gran Premio come l’Azerbaigian fosse interessato ad accrescere a livello globale la conoscenza delle bellezze della sua capitale e del grado di sviluppo raggiunto dal Paese. Se è vero che i turisti sono di molto aumentati negli ultimi anni, ha confermato il presidente, la F1 porterà ad un ulteriore loro aumento.  

Sono riuscito a proporre una piccola intervista, tramite Facebook con qualche amico azero, per descrivere al meglio le sensazioni provate durante il corso della gara, che mai e poi mai avrei potuto sentire mie quando ho seguito la diretta oziosamente seduto nella poltrona del mio salotto

La mia amica Zaara de Lima, originaria di Rio de Janeiro, che ha scelto l’Azerbaigian come nuova patria e a cui chiedo notizie si è dimostrata entusiasta delle mie domande riuscendole a strappare online una piacevole intervista: ”Cosa ne pensi del Gran Premio di Formula Uno che si è svolto per la prima volta nella tua città adottiva?”. 

“Ho vissuto tre giorni fantastici e penso che sia stata un’opportunità che dovevamo sfruttare al meglio e che ha mostrato al mondo intero i notevoli progressi e la nostra capacità d’organizzazione, che stanno dando sempre più lustro ad un paese che anni addietro era sconosciuto a molti”.

Le mie domande non annoiano la mia amica, che sembra emozionata man mano che la nostra conversazione va avanti:” Che emozioni hai provato durante la gara?”. 

“Ero seduta tra le tribune, ammassata tra tanta gente e i visitatori che hanno gradito la gara. Ero emozionata, perché vedere una Gran Premio per la prima volta nel nostro paese mi ha impressionato notevolmente, soprattutto per il risalto mediatico. Vivere questa esperienza e sentire il rombo dei motori ad ogni passaggio è sicuramente diverso che seguire una gara in Tv e l’entusiasmo dei fan accorsi ha dato ancora più sapore alla manifestazione”

L’intervista continua, mentre scorro in contemporanea le foto dello skyline cittadino, che m’impressionano sempre più e capendo la felicità di Zaara continuo la mia simpatica “inquisizione”: “Tra le righe capisco che ti sei molto divertita, forse perché sei un’appassionata di auto da corsa?”. Pensa un attimo a quello che deve dire, perché si sta dividendo tra il suo lavoro e la mia intervista: “Come potrei non esserlo, spesso penso che la regina degli sport sia la F1 e non il calcio come tanti credono. Ad ogni sorpasso la mia adrenalina saliva sempre più soprattutto quando i bolidi si superavano tra loro esaltando le qualità dei piloti”.

“Cosa diresti, cara Zaara, a chi vuole venire nel paese non solo per accorrere a tali manifestazioni quanto per una visita culturale e turistica?”:

Zaara, come quasi tutti gli azeri che mi hanno sempre accolto con grande educazione risponde :”Siamo grati a questi avvenimenti  sportivi, ma vorremmo ricordare che il paese è celebre anche per la bellezza dei nostri paesaggi e della nostra variegata cultura. La Gara automobilistica è stata un passe-partout che ha mostrato i nostri progressi e la nostra grande voglia di fare. Penso che sia stato bellissimo anche per gli spettatori assistere ad i giochi pirotecnici che hanno colorato la notte sopra lo skyline di Baku. Ti ringrazio per la tua intervista ci sentiamo al tuo ritorno nella nostra capitale. Inshallah”

Ringrazio, salutando la mia amica Zaara che termina con un vocabolo arabo dal connotato religioso, che evidenzia come nel paese siano ben integrati diverse religione che vivono pacificamente e che sono al di fuori della follia umana che sta portando il mondo verso un nuovo Medioevo.

Zaara ha ragione, l’Azerbaigian può essere grato ai grandi eventi, non solo sportivi, che negli ultimi anni l’hanno fatto conoscere al mondo: ricordo l’Eurovision Song Contest del 2012, gli European Games della scorsa estate, oggi, come accennato prima, la Socar è sponsor ufficiale degli Europei di calcio, e nel 2020 4 partite del campionato di calcio europeo verranno disputate proprio in Azerbaigian. A settembre di quest’anno ci saranno le Olimpiadi degli Scacchi, sport tradizionale nel paese, ma il grande obiettivo continua ad essere quello di ottenere l’organizzazione delle Olimpiadi del 2028, permettendo al mondo di continuare a parlare di “effetto Azerbaigian”.

Condividi sui social

Articoli correlati