Raffaello arriva al Puškin di Mosca ma non mancano i malumori

MOSCA – Il 9 settembre è stata presentato a Mosca il capolavoro di Raffaello Autoritratto, opera simbolo della grande mostra sul Maestro urbinate, dal titolo “Raffaello. La poesia del Volto” che aprirà lunedì 12 al Museo Puškin.

L’ambasciatore d’Italia a Mosca, Cesare Maria Ragaglini, ha definito “storica” la serata di ieri sottolineando come l’opera, conservata presso le Gallerie degli Uffizi, possa essere considerata la più antica testimonianza visiva dell’aspetto fisico dell’artista e un “biglietto da visita dell’Italia nel mondo”.  Alla serata erano presenti  i direttori di entrambi i musei: Marina Loshak, direttrice del Museo Puškin, che ha definito un “gesto eroico” la disponibilità dell’Italia a prestare opere di tale valore ed Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, il quale ha sottolineato che l’Autoritratto di Raffaello da ora “sarà simbolo anche dell’amicizia tra Italia e Russia”.

La mostra, ricordiamo, è infatti frutto di un accordo di cooperazione siglato tra il Puškin e gli Uffizi lo scorso luglio e che prevede, oltre al prestito del celebre Autoritratto, anche quello della Madonna del Granduca, del Ritratto di Maddalena Strozzi e di Agnolo Doni, questi ultimi due custoditi alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti. 

Tuttavia se l’arrivo di Raffaello a Mosca, da una parte è stato festeggiato come un evento straordinario e di “eccezionale livello scientifico”, dall’altra non bisogna nascondere il malumore che da giorni si è insinuato tra le mura del museo fiorentino, oltre alle polemiche che sono emerse anche al di fuori, dettate principalmente dai rischi legati agli spostamenti o alle sollecitazioni che i dipinti potrebbero subire.

Ne ha parlato qualche giorno l’”Huffington Post”, ne riparla proprio oggi il quotidiano “La Repubblica”, che ricorda come il parere tecnico ma “non vincolante” dei restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure, eccellenza nel campo del restauro, che si sono espressi negativamente in relazione al prestito dei dipinti, in particolare quelli conservati alla Galleria Palatina, sia rimasto di fatto inascoltato, tant’è che infatti le opere di Raffaello, che non si spostavano dall’Italia dai tempi del Fascismo, sono invece partite alla volta di Mosca. Questo nonostante l’annuncio di qualche giorno fa di Eike Schmidt di voler aumentare il numero delle opere “imprestabili e inamovibili” dagli Uffizi, (attualmente circa 30) soprattutto all’estero, perché come sottolineato dallo stesso direttore, “la collezione degli Uffizi deve, nel suo complesso, essere godibile solo agli Uffizi”.

  

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