Marchionne, il furbastro. Bonanni, l’aggregato

Grilli, il prestigiatore. Barca, il poeta

ROMA – Succede di tutto in questo paese  che non ha quasi più niente di normale rispetto alle altre democrazia europee e mondiali. Marchionne addirittura auspica che Monti si trasformi in un  dittatore e lo vorrebbe per sempre come presidente del Consiglio. Una specie di Gheddafi senza  tenda e senza le guardie del corpo. Ma lasciamolo perdere. Come si può dar credito a uno che dice di investire venti miliardi e che non risponde a chi gli chiede, come dove, quando ?  Era chiaro fin dall’inizio che si trattava di un bluff,  se lo accettavi continuavi a lavorare, altrimenti fuori dalla balle. Ci poteva credere  a quelle parole solo Matteo  Renzi che oggi dice ci ha presi in giro. E con lui ci hanno creduto anche alcuni esponenti del centrosinistra, vedi il professor Ichino. Per non parlare dei  dirigenti dei metalmeccanici di Cisl e Uil, per non parlare di quelli del sindacato del padrone,incapaci di guardare più in là del proprio naso. Oppure, ipotesi da non trascurare, invogliati dal fatto che finalmente, grazie al manager con la maglietta girocollo, potevano levarsi di torno quei rompiscatole della Fiom, sindacato  maggioritario che non avrebbe potuto più mettere piedi in fabbrica. Marchionne assomiglia sempre più ai furbetti del quartierino,  o meglio un furbastro, rende di più l’idea.strizza l’occhio a Monti, a Passera, a Fornero, bussa a cassa come è nello stile Fiat.  A pari merito troviamo  Raffaele Bonanni,il segretario generale della Cisl. Come quel giapponese che dopo tanti anni pensava che la guerra non era ancora finita e si nascondeva nella foresta  è rimasto l’unico a credere che la legge sulla stabilità porta qualcosa nelle tasche dei cittadini più deboli, più poveri dice con termine appropriato Susanna Camusso, il segretario generale della Cgil che, per prima, ha capito che quanto approvato dal consiglio dei ministri era una bufala, una beffa.

 Il segretario  della Cisl come l’ultimo giapponese che pensava di essere in guerra

I lavoratori e i pensionati avrebbero di nuovo fatto le spese di una politica di tagli e, con il punto in più di Iva, di aumento delle tasse. Malgrado lo stesso Caf della Cisl abbia dimostrato che la riduzione di un punto di Irpef era solo teorica  il segretario generale della organizzazione di via Po continua a dire che finalmente il governo ha accolto la richiesta dei sindacati in materia  di fisco. Ormai anche i giornaloni che avevano annunciato che diminuivano le tasse si sono ricreduti  ed hanno fatto autocritica, lui no. Del resto anche per quanto riguarda i ndipdenti pubblici mentre Cgil e Uil scioperavano lui diceva che era meglio continuare gli incontri con il ministro Patroni Griffi . Risultato: la legge di stabilità dà un’altra mazzata a milioni di lavoratori che negli anni della crisi hanno perso circa sei mila euro di salario. Possiamo comprendere che un ministro come Grilli, autore della legge di stabilità, la difenda  raccontando favole come quella che nelle tasche degli italiani entreranno sei miliardi. Fa finta di ignorare la cruda realtà e alla riunione del Fondo monetario racconta quanto sia bravi il governo che tratta i cittadini con i guanti bianchi. Dimentica di dire che ci si aggrappa perfino alle pensioni di invalidità per far cassa, tassando  assegni in media di 250 -300 euro. E non accenna minimamente al taglio della assistenza ai disabili. Un “ cinismo insuperabile”, come dice Camusso. Grilli assomiglia sempre di più ad un prestigiatore. Ma il coniglio non gli esce più dal cappello e il pubblico lo fischia.

Lirismo e ironia  del ministro Barca che vuol “rivedere le stelle”

In questa compagnia comprendiamo che il ministro per la coesione sociale,Fabrizio Barca si trovi a disagio. Quando partecipa a qualche talk  show difende i provvedimenti del governo per dovere di ufficio. A volte si mette le mani nei capelli come per aggiustarseli o si chiude la faccia fra le mani. Lo comprendiamo. E’ un economista, molto apprezzato anche in ambito internazionale, che non si richiama alla scuola del rigore punto e basta. Nel governo cerca di fare ciò che può. Anche il padre, Luciano, è un  apprezzato economista con una lunga storia come autorevole dirigente del Pci.  Partigiano,giornalista, scrittore, deputato  e senatore comunista, una nostra vecchia amicizia di cui ci sentiamo onorati. Qualche sera fa Barca junior per difendere una scelta  contenuta nella legge di stabilità , i  “ cieli bui”,  si è trasformato in un poeta bucolico e in un accesso di lirismo ha cantato l’elogio delle meraviglie dei cieli stellati, delle a fronte delle brutture delle città illuminate  .Tutte quelle luci ci impediscono di guardare lassù in alto, godere uno splendido panorama ,  di tornare a “riveder le stelle” “ Ci sono milioni di italiani che adorano la dolce visione delle stelle. C’è un’intera generazione di giovani ( sic) che ha combattuto contro queste enormi città stellari”. Il pubblico di “Piazza Pulita “ dissente rumorosamente.Non coglie l il  filo di’ironia che c’è, anche se non si vede, nel lirismo ministeriale.  Dante, del resto, quando tornò a rivedere le stelle era accompagnato da Beatrice. Noi da Monti. Altra cosa.

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