Crisi economica: Mandanti, Sicari, Guardiani e Sciacalli – quarta ed ultima parte

ROMA – Ieri, 12 novembre 2011, Berlusconi è stato estirpato dal posto di comando della politica italiana.  L’uso del verbo ‘estirpare’ non è casuale. Gli accadimenti di questi giorni parlano chiaro e chi, come Bersani, si investe del ruolo glorioso dell’uccisione del tiranno, fa solo la figura del pallone gonfiato. È inutile che il segretario del Pd menta spudoratamente affermando che è stato il suo partito ad aver causato la caduta Berlusconi, non gli crede nessuno.

Qualche suo amico intimo, dai quali si devono escludere forzatamente Veltroni, D’Alema, Franceschini, dovrebbe consigliarli, visto che ha ancora un’ottima onorabilità politica di non mentire in modo berlusconico, altrimenti corre il rischio che, anche quando dice la verità, non gli creda più nessuno.

In Realtà, il Cavalier di Arcore, ex cantante da navi da crociera, ex costruttore, e ora ex Presidente del consiglio, è stato estirpato dal corpo civile italiano con una precisa ‘operazione chirurgica’ da una equipe di oncologi-economisti del Gotha finanziario mondiale.
Il ‘cancro-B’ è stato così estirpato ma, ad una attenta diagnosi sul corpo ferito del malato-Italia, non può sfuggire un’amara verità: l’asportazione del ‘cancro-B’ per è un intervento palliativo cioè una cura che attenua i sintomi ma non ne rimuove la causa. I chirurghi dell’alta finanza che hanno ‘operato’ l’Italia, essendo i Mandanti della crisi finanziaria, si sono ben guardati di curare completamente il ricco paziente, e come ogni bravo psicanalista freudiano, hanno decretato una cura interminabile e costosissima che lascia di fatto l’Italia preda di altri cancri esistenti da decenni e di devastanti metastasi che vanno a generare nuove neoplasie in altre parti del corpo sociale.

Quali siano i tumori maligni innestati nel corpo sociale italiano è presto detto. Si può iniziare a parlare della mafia e delle altre criminalità organizzate, comprese quelle straniere come quella russa, e delle loro connessioni con la politica e anche con i Mandanti della crisi economica. Come racconta l’ex Sicario dell’economia John Perkins nei suoi libri-denuncia, la criminalità organizzata, soprattutto la mafia, ha da sempre fornito gli Sciacalli per eliminare coloro che erano divenuti un ‘problema’: anche se per ora non ci sono prove, chi ha studiato gli incartamenti delle indagini sa che Enrico Mattei e John Fidgerald Kennedy sono stati uccisi utilizzando persone della mafia italoamericana perché erano un ‘problema’ per le corporations del petrolio. Se si pensa che per sbarcare in Sicilia nel ’43 gli alleati vennero a patti con boss mafiosi di Cosa Nostra del calibro di Lucky Luciano, reinserendo di fatto il potere mafioso nell’isola, si può capire l’enormità del problema e i suoi tragici collegamenti.

Un altro cancro incistato da centinaia di anni nel corpo sociale italiano è il Vaticano. Gli uomini alla guida della Chiesa cattolica, dai Patti lateranensi del ’29 in poi, sono stati sempre complici con uomini al potere, di qualsiasi pseudo colore fossero. Questi uomini in sottana nera ne sono stati consiglieri e complici; sono stati sempre dei solerti ‘cani di dio’, esperti ad appannare le menti, rendendole docile e rassegnate, di milioni di esseri umani, resi cagionevoli dall’alienazione religiosa. Inoltre ha sempre voluto essere sempre essere pagata lautamente per i suoi servigi: naturalmente parliamo di ciò che fa indignare anche i cattolici pensanti: tutti i privilegi e i ‘lasciti’ che i nostri politici, tutti o quasi, accordano allo Stato vaticano. Per fare capire la gravità delle cifre di cui parliamo, prendiamo ancora uno stralcio dell’articolo di Curzio Maltese apparso su ‘La Repubblica.it’ ai primi di agosto di quest’anno, e, visto il periodo, passato inosservato: “Con (…) prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all’anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce comprende il miliardo di euro dell’otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell’ora di religione (“Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire”, nell’opinione dello scrittore cattolico Vittorio Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c’è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all’ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell’ultimo decennio, di 250 milioni. A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un’inchiesta dell’Unione Europea per “aiuti di Stato”. L’elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l’Ici (stime “non di mercato” dell’associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l’elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l’Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Il totale supera i quattro miliardi all’anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose all’anno, più qualche decina di milioni.” Totale, senza dubbio in difetto, per la forse troppa correttezza del giornalista, 4,5 miliardi di euro.

Come scrive Karlheinz Deschner nella sua opera ‘Storia Criminale del Cristianesimo’, edita in Italia da Ariele (sono finora usciti 6 di 10 tomi): “Il patrimonio della chiesa è nato dalle donazioni, dai privilegi fiscali, dai lasciti, dalle decime, dalle estorsioni e dallo sfruttamento dei lavoratori. Nel medioevo la chiesa possedeva un terzo delle ricchezze d’Europa, anche oggi la chiesa cattolica è il più grande possidente del mondo.”
E se gli uomini della Chiesa cattolica sono i più grandi possidenti del mondo significa che essi fanno parte, senza dubbio, di coloro lo dominano dall’alto della piramide finanziaria cioè sono anch’essi Mandanti della crisi economica.

Questi sono due cancri che tengono in continua sofferenza gli italiani rubando loro felicità e libertà intellettuale: la Chiesa Cattolica e la criminalità organizzata di cui anch’essa utilizza gli Sciacalli per fare il lavoro sporco, come nel caso del banchiere del Banco Ambrosiano Roberto Calvi che venne ‘suicidato’ nel 1982.

Per vedere le metastasi che collegano tra loro gli esponenti della Chiesa cattolica, la criminalità organizzata, i politici, e signori delle corporations mondiali, non è necessaria nessuna Tac medica. Basta leggere i giornali e tradurli utilizzando quelle nuove griglie interpretative di cui abbiamo parlato negli articoli precedenti.
Carlo Marroni, in un articolo apparso sul SOLE24Ore il primo maggio, dal titolo ‘Il Wojtyla economista che sdoganò il profitto’, fa un’intervista a Ettore Gotti Tedeschi, economista e banchiere che ha lavorato in molte istituzioni finanziarie private e pubbliche, e che dall’ottobre 2009 è presidente dello IOR, Istituto per le Opere di Religione: la ‘banca vaticana’ che fu in mano per molti anni al famigerato Marcinkus.
In questo articolo, viene scritto, testuale: “La Chiesa ha sempre condannato la corruzione del denaro, ma non ha mai avversato il capitalismo, anzi, ne ha tracciato le fondamenta già dal XII secolo.” Che la chiesa cattolica non abbia mai, con buona pace di Max Weber, avversato il capitalismo lo sapevano anche i sassi; e che la chiesa abbia sempre, ufficialmente, condannato la corruzione del denaro anche questa è cosa risaputa … ma c’è un trucco: ciò che, ufficialmente, viene dichiarato, da sempre da papi, da cardinali e da coloro che sono …  non diciamo corrotti, diciamo a libro paga, dei suddetti pilastri della Chiesa, non diviene mai sostanza. In poche parole il proverbio che dice ‘parlare bene e razzolare male’  ben si incastra in questo ipocrita modo di fare millenario della Chiesa Cattolica Romana. E senza scomodare i papi, tipo Cesare Borgia, che dal ritorno da Avignone al 1871 hanno fatto di Roma una capitale della corruzione e del malaffare, basta andare solo a pochi mesi fa per scoprire che quando si parla di denaro, di corruzione, di malaffare, gli ‘affaristi’ del vaticano primeggiano.
Ma il novello presidente dello IOR non la pensa in questo modo, anzi, forse anche lui influenzato dalla canonizzazione di Wojtyla, si lancia in assurde affermazione che fanno inorridire e che offendono profondamente qualunque persona ancora dotata di umana intelligenza. Alla domanda, quantomeno strana, del giornalista “Quindi, alla luce di quanto detto, potremo dire che Papa Wojtyla, oltre a essere stato il Pastore della Chiesa Universale, fu anche un economista?” Il buon Ettore Gotti Tedeschi risponde senza tentennamenti: “Certo che sì, uno dei più grandi, da premio Nobel. Perché il vero grande economista è quello che conosce quali sono i bisogni dell’uomo, e naturalmente non solo quelli materiali. Quello che sa comprendere qual è il sistema che integralmente soddisfa l’uomo.” Questa è la dimostrazione che gli uomini della Chiesa cattolica non sono delle pedine nel gioco del potere ma sono essi stessi dei Mandanti della crisi economica ed all’interno di questa cupola di potere economico essi svolgono il ruolo che gli è proprio: controllare le menti del genere umano occidentale.

Per gli altri continenti ci pensano altre istituzioni religiose come quella indù che con il sistema delle caste, legittimato religiosamente, controllano una società nella quale la disperazione dovuta alla povertà è la norma. Per i cattolici la sofferenza terrena sarà ricompensata in paradiso dove “gli ultimi saranno i primi” e per la religione indù coloro che, nella casta degli intoccabili, accetteranno la loro condizione disumana senza ribellarsi, nella prossima incarnazione della loro anima saliranno nella scala sociale ed apparteranno ad una casta superiore … tipo quella dei politici italiani piena di privilegi.
Può sembrare assurdo che in un articolo che dovrebbe parlare di economia si perda tempo parlando di religioni e di religiosità … eppure se ne deve parlare perché il sistema capitalistico globalizzato è un sistema complesso e radicato nella società e nella cultura. Un sistema con miriadi di connessioni e complicità più o meno gravi, che esiste fintanto non si avrà coraggio di aprire gli occhi e vedere che anche un cosiddetto essere umano in odore di santità come Woytjla è allo stesso tempo un propulsore culturale e un ‘salvatore di anime disperate’ di una sistema disumanizzante che induce sofferenza e disperazione.

In questo sistema complesso, vivono e lavorano milioni di persone con vari livelli di consapevolezza della realtà vera che li circonda. Sono molti, moltissimi, coloro che giunti ad un buon livello di conoscenza della realtà sociale, economica e politica, credono religiosamente che questo status quo sia intrasformabile.
Altri, come diceva Berlinguer in una sua famosa intervista sulla questione morale: “ … molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più”.
Se da una parte tutto ciò e disperante perché ci si rende conto che in questo sistema le vittime sono complici dei carnefici e sono carnefici essi stessi quando trovano una vittima più debole, dall’altra sappiamo che questa non è realtà umana. Se pensassimo che la vera realtà umana è quella dei vecchi adagi  “l’uomo è lupo per gli altri uomini” e “il più forte domina il più debole” non apparterremmo più al genere umano ma a quello animale o vegetale.

Conforta vedere come migliaia di navigatori internet, di blogger e di giornali web come il nostro, non solo abbiamo le idee chiare sul sistema ma cerchino anche i modi per uscire da questo sistema perché effettivamente il sistema non costruisce esseri umani , anche se le cupole lo vorrebbero,  ma è costruito e tenuto in piedi dagli esseri umani e quindi solo una trasformazione antropologica può cambiare le sorti dell’umanità.
Ad esempio oggi  su face book c’era un post che parlava del fenomeno delle banche etiche statunitensi “tantissimi.. piccoli risparmiatori statunitensi hanno ritirato i soldi dai colossi bancari e li hanno spostati in istituti locali e no-profit o banche etiche . Tutto questo é partito da Facebook i piccoli risparmiatori hanno ritirato 4,5 milioni di dollari… Ottenendo una vittoria e tirando uno smacco ai colossi bancari!!”
Il mondo si muove: “a pesar de usted mañana va a ser otro dia ” cantava Chico Barque de Hollanda “nonostante voi domani sorgerà un nuovo giorno”.
Che ci debbano essere degli esseri umani dotati e capaci a governare il mondo e anche la finanza, e anche l’industria ecc.,  è logico ed è senza dubbio giusto. Il problema non può essere certamente questo. Il problema sono altri: chi sono questi individui, o meglio come stanno a salute mentale questi individui? Come percepiscono gli esseri umani? Come numeri? Li percepiscono come una massa informe da plasmare a secondo del loro sadico piacimento? Se è così sono malati deliranti perché il loro delirio spoglia dell’umanità  gli esseri umani e quindi non sono certamente atti a governare, punto. E poi: quali sono i loro fini: è l’interesse pubblico o gli interessi privati? Queste e altre mille e mille domande del genere si devono porre e ci si deve porre per sgretolare il sistema tenuto in piedi dai Mandanti, dai Sicari, dai Guardiani e dagli Sciacalli della cosiddetta crisi economica.
Ciò che più temono i nuovi sovrani della finanza  è la partecipazione responsabile e sapiente dei cittadini. Non è un caso se televisioni e produttori di film non fanno altro che dare in pasto ai cittadini ‘cultura tossica’ come tutto ciò che è intrattenimento: film, documentari patinati, ‘grandi fratelli’ e ‘isole dei famosi’, calcio, insomma quello che deve servire per mandare il cervello all’ammasso e che una volta si chiamava panem et circenses e ora sta diventando solo circenses nel senso che i bisogni elementari per molti non ci sono più o sono sempre meno soddisfatti.

Per chiudere questa ricerca sulla finanza disumana fatta parallelamente agli accadimenti politici italiani ma anche internazionali di questi giorni si vorrebbe parlare di ‘economia’.

È chiaro che c’è economia ed ‘economia’ a secondo di chi la fa, da come viene utilizzata, e per quali fini e scopi. Per esempio si potrebbe parlare delle ‘fondazioni bancarie’ – dire private è inutile perché sono tutte private – . In teoria le fondazioni bancarie dovrebbero essere senza scopi di lucro. In Italia le fondazioni bancarie sono state introdotte per la prima volta con la legge n.218 del 1990, con lo scopo di “perseguire valori collettivi e finalità di utilità generale”. In realtà le Fondazioni fanno ricerca perseguendo gli scopi parassitari dei finanziatori. Lo fanno in vari modi. Spesso inventando ‘teorie economiche’ che legittimano ed appoggiano a livello culturale gli interessi personali di banche o corporations. Il resto della ricerca è dedicato a come spogliare i non ricchi per dare ai già ricchi e per arricchire le corporations. Il Vaticano possiede decine di Fondazioni: una è la famosa Fondazione San Raffale Monte Tabor di Don Verzé. Si proprio quella.
Poi ci sono gli economisti che si occupano di economia e fanno ricerca su un’economia astratta fondata solo su modelli matematici. A cosa serva non si sa, non certo per salvare dalla fame milioni di persone, eppure questi economisti producono diagrammi economici in un mondo stilizzato stile intermundia dove vivono le forme platoniche.

In queste torri d’avorio vige ormai da anni il neo- liberalismo di cui Mario Monti è un sacerdote.
In questi ambienti il “Lassait faire,  lassair passer” è un concetto cardine della nuova economia rampante che ha costretto gli stati sovrani ad emanare le leggi  della deregolamentazione economica. Sembra di stare all’interno del film fantascientifico, di Norman Jewison, ‘Rollerball’, nel quale ai giocatori di uno sport già cruento veniva detto che non c’erano più regole e quindi si potevano anche ammazzare davanti a migliaia di tifosi in delirio.
Ed è esattamente questo che ha scatenato il neoliberismo di cui Milton Friedman, in opposizione politiche keynesiane, è il vate riconosciuto: la deregulations che ha fatto arricchire enormemente i potenti delle corporations. E non è certo un caso che sia Woytjla sia lo stesso Friedman fossero amici di Pinochet il quale era un grande estimatore delle teorie economiche dell’economista americano.
Per uscire da questo sistema che percepisce l’essere umano come una macchina esente da desideri , istanze, affetti, ci si deve voltare indietro e ritornare a pensare a sinistra. Perché il pensiero di sinistra nasce da un principio di eguaglianza.
Credere nel neoliberalismo significa credere in modo delirante in una ineluttabile diseguaglianza tra esseri umani e quindi non vedere che alla nascita ogni essere umano è uguale agli altri.
Essere di sinistra significa guardare l’altro da sé e vederlo come un eguale a se stessi. Significa anche lavorare ogni giorno perché questa uguaglianza della nascita diventi un diritto inalienabile.

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