Pericolo radar per le popolazioni di dodici centri italiani

MESSINA – Le emissioni elettromagnetiche del radar Fadr (Fixed air defense radar) RAT 31-DL prodotto da Selex Sistemi Integrati (gruppo Leonardo-Finmeccanica), operativo in dodici installazioni dell’Aeronautica militare italiana, è pericoloso per la salute dell’uomo. A denunciarlo in un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Macerata, cinque residenti di Potenza Picena, il comune che ospita la 114^ Squadriglia radar remota e uno dei RAT 31-DL dell’Aeronautica militare.

All’esposto è allegato un dossier di oltre 500 pagine comprensivo degli studi sugli effetti biologici dovuti alle esposizioni ai campi elettromagnetici del radar, dei pareri di autorevoli esperti tra cui anche quello del Comitato tecnico che ha operato nell’inchiesta sui radar del poligono sardo di Salto di Quirra, dei documenti “circa l’inadeguatezza dei metodi di calcolo delle emissioni finora adottati dalle istituzioni per la tutela della salute pubblica e le possibili omissioni degli organi di controllo competenti”. In Procura è stato depositato anche il testo della risoluzione adottata da una ventina di studiosi di fama internazionale a conclusione del convegno medico-scientifico dal titolo Radar, radiofrequenze e rischi per la salute, organizzato il 20 aprile 2015 a Potenza Picena dall’ICEMS (International Commission for Electromagnetic Safety) e da alcune associazioni della società civile locali.

“Abbiamo messo in luce diverse scoperte scientifiche riguardanti il radar situato a Potenza Picena”, scrissero allora i docenti universitari e gli esperti partecipanti al convegno (tra essi i professori Massimo Scalia, Henry Lai, Livio Giuliani, Fiorenzo Marinelli, ecc.). “C’è un’alterazione della vitalità cellulare in cellule in coltura esposte al segnale radar in condizioni controllate (in una cella Tem), con l’attivazione dell’apoptosi per esposizioni di breve termine e con l’attivazione del segnale di sopravvivenza per cellule esposte per 48 ore; le cellule messe in coltura nelle case di Potenza Picena sotto il raggio del radar presentano le stesse alterazioni di quelle in vitro; in queste cellule esposte è avvenuta una metilazione del DNA che può essere responsabile del danno genetico sul lungo termine anche per bassi livelli di esposizione; lo studio epidemiologico relative al periodo 1986-1991 mostra un aumento significativo del rischio di tumore (1.6) e di infarto/ictus (1.4)”. In considerazione delle gravi evidenze riscontrate, l’équipe scientifica dell’ICEMS concluse “di sentirsi moralmente impegnata a dichiarare che il radar di Potenza Picena non può essere considerato sicuro per la popolazione e che dovrebbe essere spento o rimosso”.

Di parere diverso, come sempre, le autorità civili e militari locali. Il 27 aprile scorso, infatti, il tavolo di lavoro coordinato dal Prefetto di Macerata e composto da “esperti” nominati dall’Aeronautica militare, dal Comune di Potenza Picena, dall’azienda sanitaria maceratese e da ARPAM (Azienda della Regione Marche per la protezione ambientale) ha presentato un rapporto in cui si sostiene che le emissioni elettromagnetiche del radar di Selex-Finmeccanica sono al di sotto dei limiti di legge previsti e che di conseguenza non sono stati registrati effetti sulla salute delle popolazioni che vivono intorno alla installazione della 114^ Squadriglia Ami. “Da diversi anni controlliamo le emissioni a Potenza Picena: i valori sono nella norma e non ci sono incidenze di mortalità in relazione alle onde emesse dal radar”, ha dichiarato il direttore scientifico dell’ARPAM di Macerata, Gianni Corvatta.

Il radar Fadr RAT 31-DL è entrato in funzione a Potenza Picena il 1° agosto del 2013 ed è collegato operativamente con il Gruppo riporto e controllo difesa aerea di Poggio Renatico (Ferrara) e il 22° Gruppo Radar dell’Aeronautica militare di Licola (Napoli). Gli altri undici impianti Fadr RAT 31-DL sono stati installati presso il Comando per le operazioni aeree di Poggio Renatico, la 112^ Squadriglia Radar Remota di Mortara (Pavia), il centro di telecomunicazioni dell’Aeronautica di Borgo Sabotino (Latina), la 115^ Squadriglia Radar Remota di Capo Mele (Savona), la 121^ Squadriglia di Poggio Ballone (Grosseto), la 131^ Squadriglia di Jacotenente (Foggia), la 132^ Squadriglia di Crotone, il 13° Gruppo Radar di Lame di Concordia (Venezia), la 134^ Squadriglia di Lampedusa, la 136^ Squadriglia  di Otranto, la 137^ Squadriglia di Mezzogregorio (Siracusa) e il 35° GRAM di Marsala-Perino. L’Aeronautica ha nelle proprie disponibilità pure due radar RAT 31 configurati nella versione mobile (DADR – Deployable Air Defence Radar).

“Il sistema Fadr ha eccellenti capacità di scoprire e tracciare i segnali radio a bassa frequenza di aerei e missili, può supportare diverse funzioni come la difesa da missili anti-radiazione e da contromisure elettroniche”, spiegano i manager di Selex-Finmeccanica. “In Italia il Fadr consente di controllare anche la presenza di missili balistici e di comunicare con gli altri punti di controllo nazionali e della NATO”. Le informazioni sulle caratteristiche tecniche e di funzionamento del sistema radar sono quasi tutte coperte da segreto militare. La brochure di Selex ES rivela solo che il Fixed Air Defence Radar opera in banda D e ha una portata sino a 470 km di distanza e 30 km in altezza, una potenza media irradiante di 2,5 kW  e una potenza dell’impulso irradiato di 84 kW. L’antenna opera in una frequenza compresa tra 1,2 e 1,4 GHz (L-band), all’interno dello spettro delle cosiddette “microonde”.

A Borgo Sabotino, dopo l’entrata in funzione del Fadr RAT 31-DL presso il locale centro radar dell’Aeronautica militare, i residenti hanno denunciato l’insorgenza di anomale interferenze che impediscono il buon funzionamento degli strumenti elettronici d’utilizzo quotidiano. Con un’interrogazione parlamentare presentata il 6 febbraio 2014, alcuni senatori del Movimento 5 Stelle (primo firmatario Giuseppe Vacciano, passato poi al Gruppo Misto) hanno chiesto ai ministri della Difesa e della Salute “se siano a conoscenza dei problemi registrati a Borgo Sabotino e del corretto svolgimento degli atti e fatti che abbiano portato all’istallazione di antenne e apparecchiature simili, sia del grado dell’affidabilità di tale procedimento e dell’impianto funzionante per la salute dei cittadini residenti”. La risposta della ministra Roberta Pinotti è del 24 novembre 2014. “Una volta completate le installazioni del nuovo radar, allo scopo di tutelare la salute e la sicurezza dei luoghi di lavoro e degli abitanti delle zone limitrofe, verrà effettuata una campagna di misurazione dei campi elettromagnetici a cura del Centro Interforze Studi e Applicazioni Militari (CISAM), come sempre avviene in caso di installazione di nuovi sistemi radianti (sistemi trasmissivi e radar)”, scrive Pinotti. “Precedenti misurazioni effettuate dal CISAM presso enti in cui è installato il medesimo radar RAT-31DL hanno evidenziato valori di campo elettromagnetici inferiori ai valori di azione previsti per i lavoratori dall’articolo 208 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e, per quanto riguardar la popolazione all’esterno del sedime, inferiore ai valori previsti dalle linee guida della International Commission on Non Ionizing Radiation Protection (ICNIRP)”. Controlli cioè solo dopo l’accensione dei radar e comunque affidati sempre e solo a un centro – il CISAM di San Piero a Grado, Pisa – già Centro per le Applicazioni Militari dell’Energia Nucleare CAMEN – appartenente al Comando logistico della Marina militare.

A partire del dicembre 2014, proprio a Borgo Sabatino la 4^ Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la difesa aerea e l’Assistenza al volo di Borgo Piave (Latina) e l’azienda Selex ES hanno avviato una serie di test per verificare le potenzialità del sistema radar Fadr RAT 31-DL nell’“identificazione e il tracciamento dei detriti spaziali”. Le attività sperimentali sono state effettuate su mandato della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in vista della costituzione di un consorzio per la sorveglianza e monitoraggio dello spazio, nell’ambito dello Space Surveillance and Tracking Framework Programme, il programma finanziato dalla Commissione europea finalizzato alla raccolta e al coordinamento di tutte le informazioni radar e ottiche disponibili fra le nazioni partecipanti per “ridurre il rischio di collisioni fra sistemi orbitali efficienti e satelliti dismessi o i detriti spaziali che costituiscono un pericolo per i numerosi sistemi satellitari e spaziali indispensabili al funzionamento dei servizi strategici (navigazione aerea, telerilevamento, meteorologia, ecc.) e di comunicazione (TV, telefonia, ecc.)”.

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