Olimpiadi 2024, candidatura di Roma e dell’Italia

Legambiente: “Solo opere utili e nell’interesse generale e zero consumo di suolo, con sistema di appalti ripulito da mafia e corruzione”

ROMA – Solo opere utili, realizzate nell’interesse generale e destinate rimanere alla città, consumo di suolo zero e un meccanismo di assegnazione dei lavori ripulito da mafia e corruzione. Sono per Legambiente le precondizioni essenziali per poter ragionare sulla candidatura di Roma e dell’Italia alle Olimpiadi 2024, annunciata ieri dal presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi.

“Non vorremmo che questa partecipazione del nostro paese alle Olimpiadi – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – fosse legata a una vecchia e pericolosa concezione di business: cemento, mattoni e appalti perché così si creano nuovi posti di lavoro. Con il sacco di Roma e dell’Italia non si può più andare avanti – prosegue Cogliati Dezza – per questo, rispetto alla candidatura per le Olimpiadi, va sottolineata l’assoluta necessità di realizzate solo opere utili e nell’interesse generale, senza alcun consumo di suolo. Altrimenti è meglio lasciar perdere”.

Nel 2024, peraltro, la legge sul consumo di suolo zero, così come l’impiego delle nuove tecnologie di risparmio e di efficienza energetica nelle costruzioni nuove e da recuperare, dovrebbero essere concetti e norme acquisiti. Non ci sono quindi scuse per non progettare e realizzare impianti e alloggi in maniera completamente sostenibile.

“Quanto sta emergendo dall’inchiesta di Pignatone su Roma – aggiunge Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – ma anche quanto è successo per i mondiali di calcio del 1990 e quelli di nuoto nel 2009 o per la preparazione dell’Expo di Milano, mostra quanta corruzione governi l’attribuzione degli appalti nel nostro paese, a cominciare da quelli legati alla realizzazione di grandi opere o delle gestione di eventi ed emergenze. Per candidarsi alle Olimpiadi l’Italia deve puntare sulla legalità, sconfiggendo il sistema vigente di corruzione diffusa e gestione criminale”.

Condividi sui social

Articoli correlati