Grecia. Basta con l’Unione Europea comandata dalla Merkel

ROMA – “I greci sono ben consapevoli dei gravi problemi sul tappeto ma il voto di ieri ha impedito che si affermasse il memorandum dell’austerità proposta dall’Eurozona, oltre che una chiara sudditanza politica”. Da Atene, lo ha detto a Voci del Mattino, trasmissione di Radio1 Rai, Stefano Fassina, ex deputato del Pd.

”Speriamo che i governi che guidano l’Unione, soprattutto quello tedesco che mena le danze, si rendano conto che è necessario arrivare a un compromesso che possa consentire alla Grecia al di là delle necessarie riforme, quella spinta alla crescita e all’occupazione senza le quali non si ottiene alcun risultato. L’incontro di oggi fra Merkel e Hollande? E’ solo di facciata – ha affermato Fassina – la cancelliera rende un omaggio formale al presidente francese ma è lei che decide, come è sempre stato in questi anni. L’Italia è a rimorchio della Germania e così facendo non fa l’interesse nazionale”. Secondo Fassina, “la Grecia era un paziente malato già prima dell’euro, già prima della crisi, ma il punto fondamentale è che le medicine che le sono state somministrate hanno aggravato la malattia, non l’hanno curata. E sono medicine che vengono date a tutti i Paesi dell’Eurozona, determinando una situazione di crisi assoluta dell’Eurozona stessa, nella quale la situazione è peggiorata rispetto a 7 anni fa. La Germania fa i suo interessi, non certo quelli dell’Unione e la concentrazione di potere nelle sue mani la rende sempre più forte”.

“Il caso Grecia – ha suggerito l’ex esponente dem – dovrebbe servire da insegnamento, dovrebbe spingere ad affrontare i problemi sistemici, quell’agenda liberista che ha sostituito la svalutazione del lavoro alla svalutazione della moneta, che non si può più attuare. Oggi è il giorno per correggere la rotta. Bisognerà però che tutti i Paesi europei riescano ad alzarsi al livello del momento storico che stiamo vivendo”. “Ma sono scettico – spiega Fassina – perché dalla Germania sono filtrate dichiarazioni di esponenti di sinistra, come il presidente dell’Spd Sigmar Gabriel, che mi fanno preoccupare per la loro insensibilità. E anche dalla Bce giungono indiscrezioni che vorrebbero prossime delle azioni quasi di ritorsione nei confronti della Grecia e del suo popolo, che ha osato mettere in discussione l’egemonia tedesca nell’Eurozona”. “Spero che l’emotività del momento – ha concluso Fassina – lasci il posto a una riflessione più ponderata, orientata dagli altri governi europei che capiscano che in gioco non c’è solo il futuro della Grecia, ma l’interesse nazionale di ciascun Paese”.

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