Agricoltura: da cimici cinesi un m,iliardo di danni

ROMA – Le cimici cinesi e gli altri parassiti “alieni” che si sono accaniti sulle produzioni nazionali hanno provocato all’agricoltura danni per un miliardo di euro, dalla Xylella degli ulivi al cinipide galligeno che ha decimato le castagne, dal punteruolo rosso che ha fatto strage di decine di migliaia di palme alla Tristeza degli agrumi e molti altri.

E’ quanto stima la Coldiretti nel segnalare che la biblica invasione nel Nord Italia della “cimice marmorata asiatica” non è che l’ultimo assalto di un folto stuolo di parassiti che a più riprese, a seguito dei drammatici effetti dei cambiamenti climatici ma anche della globalizzazione degli scambi, colpiscono le coltivazioni orticole, frutticole, i vigneti e gli oliveti del Bel Paese. L’arrivo in Italia della “cimice marmorata asiatica” – sostiene la Coldiretti – è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta. A favorirne la diffusione è stato un autunno particolarmente caldo con la moltiplicazione degli esemplari che non hanno in Italia antagonisti naturali. Un problema che – continua la Coldiretti – rende molto difficile la lotta all’insetto che da adulto è in grado di volare per lunghe distanze alla ricerca del cibo e sverna come adulto in edifici o in cassette e anfratti riparati per poi raggiungere in primavera le piante per alimentarsi, accoppiarsi e deporre le uova. La cimice cinese – spiega la Coldiretti – è un insetto polifago che attacca la frutticoltura (melo, pero, ciliegio, pesco, susino, mandorlo, nespolo, sorbo, albicocco), l’orticoltura (pomodori e peperoni) ma anche le grandi coltivazioni come soia e mais. La prima segnalazione – sottolinea la Coldiretti – si è avuta in Emilia Romagna nel 2012 ma quest’anno la situazione è drammatica soprattutto nel nord est, tra Friuli e Veneto, anche se non mancano riscontri in altre regioni, dalla Lombardia al Piemonte.

A favorirne la diffusione è stato un autunno particolarmente caldo con la moltiplicazione degli esemplari che non hanno in Italia antagonisti naturali. Un problema che – precisa la Coldiretti – rende molto difficile la lotta all’insetto che da adulto è in grado di volare per lunghe distanze alla ricerca del cibo e sverna come adulto in edifici o in cassette e anfratti riparati per poi raggiungere n primavera le piante per alimentarsi, accoppiarsi e deporre le uova. La lotta in campagna per ora può dunque avvenire solo attraverso protezioni fisiche come le reti anti insetti a protezione delle colture perché non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina per motivi sanitari. Se le cimici provocano vere stragi delle coltivazioni, per l’uomo, oltre al fastidio provocato dagli sciami che si posano su porte, mura delle case e parabrezza delle auto, l’unico pericolo è quello di restare vittima del cattivo odore che gli insetti emanano se schiacciati.  Il nome scientifico è Halyomorpha halys, o cimice marmorata ed è un insetto originario dall`Asia orientale, in particolare da Taiwan, Cina, Giappone.

Se la Xylella fastidiosa che sta facendo strage di ulivi nel Salento è proveniente dal Costa Rica, le castagne hanno invece già pagato un conto salatissimo con la produzione che è scesa drammaticamente per colpa – precisa la Coldiretti – del cinipide galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale è stata avviata una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale, anche se ci vorrà molto tempo per ottenere un adeguato contenimento. E se gli agrumi della Sicilia sono stati gravemente attaccati dalla Tristeza (Citrus Tristeza Virus) che ha indebolito oltre il 30 per cento delle coltivazioni, centinaia di migliaia di piante di kiwi del Lazio e Piemonte sono state letteralmente sterminate dalla batteriosi del kiwi (Pseudomonas syringae pv. Actinidiae), mentre melo e pero in Emilia – continua la Coldiretti – sono stati colpiti dal colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora). Ma c’è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell’Asia che ha fatto strage di decine di migliaia di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise. E danni incalcolabili – conclude la Coldiretti – sta anche facendo la Drosophila suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva soprattutto in Veneto.

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