Direzione Pd: governo istituzionale o elezioni

ROMA – Il segretario e premier uscente, come già anticipato ore prima da diversi organi di stampa, ha parlato per poco più di venti minuti illustrando quelle che saranno le richieste che il Pd avanzerà al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Ci sarà un passaggio interno da fare, un passaggio che credo sarà molto duro, ma che dovrà arrivare dopo aver affrontato crisi di governo che si sta per aprire ufficialmente. Siamo il partito di maggioranza relativa e dobbiamo dare una mano al presidente della Repubblica per trovare una soluzione”. Così ha esordito Renzi, spiegando il motivo del posticipo della discussione inizialmente prevista per oggi al Nazareno. Le strade che indicherà il Pd a Mattarella saranno ufficialmente due, ma di fatto l’ex premier ha aperto all’ipotesi di un governo di responsabilità nazionale: “Noi non abbiamo paura di niente e di nessuno, se le altre forze politiche vogliono andare a votare subito dopo la sentenza della Corte Costituzionale lo dicano chiaramente, se invece vogliono un nuovo Governo che scriva una nuova legge elettorale e che guidi gli importanti appuntamenti internazionali che ci aspettano nel 2017, il Pd si prenderà le sue responsabilità, ma non può essere il solo, perché abbiamo già pagato il prezzo, in un tempo non troppo lontano, della solitudine della responsabilità”. Chiaro il riferimento al governo Monti.

Si noti che il premier non si è rivolto a “tutte” le altre forze politiche (il Movimento 5 Stelle e la Lega di Salvini hanno già chiesto il voto anticipato) ma verosimilmente a Forza Italia, che sin da domenica notte ha assunto una posizione più attendista. E in un successivo passaggio il riferimento al partito di Silvio Berlusconi è quasi esplicito: “Sarebbe difficile sostenere che mentre noi in nome della responsabilità appoggiamo un governo di responsabilità nazionale, veniamo dipinti e tratteggiati come ‘il quarto governo non votato dal popolo, il quarto governo dopo il colpo di stato del 2011, il quarto governo figlio di un Parlamento illegittimo, il terzo governo figlio del trasformismo di Alfano e Verdini’. Se vogliamo la responsabilità, deve esserci per tutti”

Stando ai retroscena delle ultime ore, si direbbe quindi che Renzi abbia ceduto alle pressioni di del Colle e delle correnti più influenti del Pd, prima fra tutte quella del ministro della Cultura, Dario Franceschini, da subito contrari al voto anticipato. Un’altra mezza scomunica all’accelerazione paventata dall’ormai ex premier era inoltre arrivata nel pomeriggio dall’ex presidente Giorgio Napolitano, che aveva definito “tecnicamente incomprensibile” un immediato ritorno alle urne. Lo scenario che si apre è dunque quello del governo istituzionale, sostenuto da un’ampia maggioranza parlamentare, un governo che sarebbe guidato dall’attuale presidente di uno dei due rami del Parlamento. Il principale indiziato è quello del Senato, Pietro Grasso.  

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