Italia 1.0: continua l’emergenza etica. Settimana dal 22 al 28 ottobre

ROMA – Questa settimana più che una rassegna stampa, un vero e proprio bollettino giudiziario. Segno che il paese, (doverosa la minuscola) in passato già alla frutta, è arrivato direttamente al conto.

Un paese incattivito, alle prese con la propria volgarità e arroganza che sconta giornalmente il proprio fatale declino civile, avendo abdicato la dignità alla sola legge che da sempre riconosce, la lotta tra bande, l’elogio ai furbi et forti, il trionfo del “particulare” e l’eterna giustificazione dei mezzi per raggiungere i fini, il cinismo civico, l’omaggio al potente e l’onesta servitù, l’accesso alla politica come trionfo dell’ego, disprezzo della legge come bene comune, anzi disprezzo di tutto quanto ricordi il bene comune.

Logica conseguenza sono le politiche del malaffare, ora assolutamente generalizzate, che avvolgono il Belpaese come fitta coltre, consegnandoci uno scenario di frodi, furti, tangenti, intimidazioni, corruzioni e chi più ne ha più ne metta. Si parla di tangentopoli 2 o 3, di Seconda o Terza Repubblica quando la sostanza rimane sempre la stessa.
Siamo fermi all’Italia 1.0, un paese ora più che mai alle prese con l’emergenza etica…

Veniamo a noi. Notizia clou è naturalmente la condanna di Silvio Berlusconi con tutti gli annessi e connessi. Come nella migliore tradizione, metà Italia giubila e metà giacula, trema e inveisce. Milioni di parole, centinaia di riflessioni. Il dettaglio. Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale a conclusione del processo per l’acquisizione dei diritti tv di Mediaset. In particolare, i giudici milanesi hanno giudicato prescritto il reato per il 2001, ma non per gli esercizi 2002-2003. L’ex premier è stato anche condannato all’interdizione dai pubblici uffici per tre anni, provvedimento che non è immediatamente esecutivo essendo la sentenza di primo grado.

Subito si è scatenata la tempesta, altro che uragani americani, dapprima con un sapiente ticchettio vittimista, poi con un crescendo di tuoni e fulmini: “Non è un paese democratico” fino ai toni da capo ultrà: “Con certi giudici un Paese diventa incivile, barbaro, invivibile e cessa di essere una democrazia”.
La più gettonata dal vecchio satrapo e dai suoi famigli e scherani è stata comunque “Giustizia a orologeria!” infatti la sentenza arriva dopo quasi 10 anni di indagini e 6 di processo ‘a singhiozzo’ tra richieste di ricusazione avanzate dai legali e l’istanza di astensione presentata dal giudice. E ancora slittamenti dovuti al Lodo Alfano e al conseguente ricorso alla Consulta, richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, legittimi impedimenti dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi e cambi di capi d’imputazione.
Segni evidenti che neanche i timer in Italia riescono più a funzionare…

La difesa dell’ex premier ha preferito non commentare il verdetto. “Non rilascio dichiarazioni, prima voglio leggere le motivazioni”, ha detto l’avvocato Niccolò Ghedini che, guarda caso e per diana, non le immaginava neanche un po’.  Anche l’altro legale Piero Longo, quello che “anche i condannati hanno diritto di sedere in Parlamento”, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Ricordiamo sempre en passant che i due sono anche parlamentari Pdl.

La rabbia del pupazzo Alfano: “è l’ennesima prova di un accanimento giudiziario nei confronti del mio padrone ventriloquo Silvio Berlusconi, una condanna inaspettata (con tutto quello che aveva messo in campo sperava di farla franca ancora una volta) e incomprensibile (si sieda che gliela spiegano nei dettagli) con sanzioni principali e accessorie iperboliche”. “Siamo certi – aggiunge – che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi giungano in fretta”. Ecco, adesso hanno fretta. Ma non erano quelli del legittimo impedimento…

Forse però la frase della settimana (che in tanti abbiamo sempre pensato, ma che non abbiamo mai avuto la capacità dialettica di sintetizzare) l’ha scritta il giudice nelle motivazioni alla condanna: “Berlusconi dimostra una naturale capacità a delinquere”, una “naturale capacità nel perseguire il disegno criminoso”.
Al proposito è interessante notare -si badi bene senza nessun tipo di acrimonia- una singolare coincidenza con un’altra storia: “Diventato padrone incontrastato di Chicago negli anni Venti, Al Capone riesce sempre a farla franca. La giustizia non ce la fa a smascherarne la responsabilità nei mille affari illeciti con cui si arricchisce smisuratamente. Solo la scoperta di un’infrazione fiscale ne permette l’arresto e il processo”.

Comunque il giorno dopo iniziano i fuochi d’artificio. Con un fare da vero fascista stizzito Berlusconi torna in campo e attacca a testa bassa, minacciando di sfiduciare il governo Monti. Anche qui i giornali si sono concentrati sui vari significati delle parole, quando sembra più che chiaro che la (già vista) tattica incendiaria si alimenti solo di ricatti, sussurrati o gridati e frasi di ricino.
In un’ora e mezza di show (ricordate il finale del Caimano?) lancia il suo nuovo “manifesto politico”, spara a zero contro Monti, al quale minaccia di togliere la fiducia. Contro la “magistratocrazia”, contro la pressione delle tasse che definisce “estorsione fiscale”. (è stato appena condannato per frode fiscale) Di non volerne più sapere di fare il passo indietro annunciato (il povero Alfano che aveva davvero creduto alle primarie del centrodestra ha sbarrato gli occhi a palla ed è stramazzato) “Mi sento obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia perché ad altri cittadini non capiti ciò che è capitato a me”, anche se pare improbabile che a un comune cittadino capiti di essere accusati di frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita nella compravendita di diritti televisivi, prostituzione minorile, concussione aggravata, rivelazione di segreto d’ufficio etc etc…
Poi ancora “La giustizia non può andare avanti così. La nostra non è una vera democrazia, ma una dittatura dei magistrati, una magistratocrazia”, dice davanti a vari autorevoli intellettuali del Pdl: Michela Vittoria Brambilla, Daniela Santanchè, Paolo Romani, Paolo Bonaiuti e Roberto Lassini, indagato per i manifesti ‘Via le Br della procure’.

Quando inizia l’attacco alla Merkel. Berlusconi viene sedato e portato via.

Il Paese (stavolta con la maiuscola) assiste attonito alle reazioni scomposte di un individuo (al quale ha comunque ha affidato i propri destini per venti anni)  interrogandosi se non sia il caso di accompagnarlo educatamente alla porta oppure di esserne per l’ennesima volta ostaggio per le sue vicende personali. L’anomalia, la crepa, era soprattutto questa e non essere riusciti a prevenirla è purtroppo responsabilità di tutti.
Rimane un dubbio: se dovesse tornare, e vincere di nuovo, il problema sarebbe lui, oppure gli italiani che lo hanno votato?
 “Nightmare 5, dal profondo della notte”, prossimamente nei cinema, non perdetelo!
Continuiamo con le condanne (queste sì esemplari).
L’Aquila. Condannati a sei anni per aver dato ai residenti avvertimenti insufficienti sul rischio sismico. Questa la sentenza per i sette componenti della commissione Grandi rischi, in carica nel 2009, che avevano rassicurato gli aquilani circa l’improbabilità di una forte scossa sismica, che invece si verificò alle 3,32 del 6 aprile 2009. Anche qui reazioni pacate: “È la morte del servizio prestato dai professori e dai professionisti allo Stato” è stato il commento senza mezzi termini da parte del fisico Luciano Maiani, attuale presidente della commissione Grandi rischi, che ha aggiunto: “Non è possibile fornire allo Stato una consulenza in termini sereni, professionali e disinteressati sotto questa folle pressione giudiziaria e mediatica. Questo non accade in nessun altro Paese al mondo”. Nel frattempo viene pericolosamente scomodato Galileo e la libertà della scienza. In pochi ricordano che se una commissione si chiama “Grandi rischi” qualcosa dovrebbe pur fare in presenza di un evento preoccupante, altrimenti si sarebbe chiamata “Commissione rischi trascurabili” o “Commissione piccoli rischi da correre senz’altro” oppure ancora “Commissione Camomilla, oppure Stop the panic commission”. La verità è che sette scienziati si sono piegati ai voleri di un signore che per mestiere avrebbe dovuto pensare alla protezione civile (?) e in maniera disonesta hanno fatto sì che i loro pareri fossero solo un tassello di una strategia di comunicazione che aveva come obiettivo altro.

Infatti la riunione straordinaria della Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile, che si svolse all’Aquila durante lo sciame sismico sette giorni prima della scossa fatale, fu soltanto uno show. Una “operazione mediatica”. I più importanti scienziati italiani furono inviati dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio (dell’allora, toh, governo Berlusconi) nella città sotto shock per le quattrocento scosse di terremoto in quattro mesi solo per “tranquillizzare la popolazione”, per comunicare alla pubblica opinione che si era di fronte a un “fenomeno normale”. Lo rivela proprio Guido Bertolaso in un’intercettazione che vale la pena di riportare a futura memoria:

“Sono Guido Bertolaso…”. La Stati: “Che onore…”. Bertolaso: “Ti chiamerà De Bernardinis il mio vice, perché gli ho detto di fare una riunione lì all’Aquila domani, su questa vicenda di questo sciame sismico che continua, in modo da zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni… Eccetera…”. Ancora Bertolaso: “La cosa importante è che domani… Adesso De Bernardinis ti chiama per dirti dove volete fare la riunione. Io non vengo… ma vengono Zamberletti (l’unico che poi non parteciperà, ndr), Barberi, Boschi, quindi i luminari del terremoto in Italia. Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura… Decidete voi, a me non me ne frega niente… In modo che è più un’operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti, diranno: è una situazione normale… sono fenomeni che si verificano… meglio che ci siano cento scosse di quattro scala Richter piuttosto che il silenzio, perché cento scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa quella che fa male… Hai capito? (…) Tu parla con De Bernardinis e decidete dove fare questa riunione domani, poi fatelo sapere (alla stampa, ndr) che ci sarà questa riunione. E che non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamo tranquillizzare la gente. E invece di parlare io e te… facciamo parlare i massimi scienziati nel campo della sismologia”. La Stati: “Va benissimo…”.

E, in effetti, il giorno dopo gli esperti andranno all’Aquila e ripeteranno esattamente le parole dette da Bertolaso alla Stati al telefono. La riunione durerà appena sessanta minuti e al termine si terrà una conferenza stampa. De Bernardinis parlerà ai microfoni di una situazione “normale…”. “… La comunità scientifica conferma che non c’è pericolo, perché c’è uno scarico continuo di energia. La situazione è favorevole…” “Si colloca diciamo in una fenomenologia senz’altro normale”.

L’ex capo della Protezione Civile non fu iscritto nel registro degli indagati perché non era presente alla riunione. Ora si scopre che la convocò (senza andarci) al solo scopo di tranquillizzare (e tacitare la popolazione). Si adoperò (e sul perché sarebbe interessante avere da lui una risposta) affinché una riunione d’importanti scienziati, formalmente chiamati a valutare uno sciame sismico su una zona ad alto rischio terremoto, fosse solo “un’operazione mediatica”. Sette giorni dopo la catastrofe: 309 morti, 1500 feriti.  

Speriamo che quando Bertolaso andrà all’inferno, dopo esser caduto dal sesto gradino dell’altissima scala Richter, venga posto, chiaramente per l’eternità, in una zona altamente sismica dove accade un terremoto ogni quattro giorni, e che venga continuamente rassicurato da un diavoletto-scienziato, che può tranquillamente rimanere a casa perché non c’è nessun pericolo…

Ancora echi da Scandalusia. Finmeccanica, arrestato Pozzessere.
Indagato l’ex ministro Scajola. Il dirigente è accusato dalla Procura di Napoli di corruzione internazionale nell’inchiesta su forniture all’estero da parte del gruppo. Per l’ex titolare dello Sviluppo i pm ipotizzano il reato di corruzione internazionale. Il gip: tangente da 18 milioni al presidente panamense,  amico di Lavitola: “raccapricciante vicenda”.
Naturalmente Claudio Scajola, appena caduto dal pero, ci dice: “Sono sereno e non capisco cosa ci sia dietro ma da adesso sono a disposizione dei magistrati, se volessero sentirmi sull’argomento…” La sentiranno onorevole, la sentiranno non si preoccupi e la pianti di essere sereno.

Qualche perla presa qui e la durante la settimana: da ricordare la frase del ministro Fornero che esorta i  neolaureati non essere “choosy” (schizzinosi, esigenti) nella ricerca del lavoro (solo cattivo gusto?).

“il Ddl diffamazione introduce il diritto all’oblio con multe da cinquemila a centomila euro” .  Un raro momento di alta e involontaria poesia macchiato da una volgare quantificazione in denaro.

Legge stabilità, il ministro Grilli nel corso di un’audizione parlamentare: “A noi risulta che il 99% dei contribuenti ci guadagni”. Stava parlando dei contribuenti svedesi.

La Commissione bicamerale per gli Affari Regionali ha bocciato, per i profili di propria competenza, il decreto sui tagli ai costi della politica di Regioni e Enti locali.
Tra le misure si prospettavano , tagli e tetti ai compensi di consiglieri e assessori, lo stop ai vitalizi facili, la riduzione delle poltrone, controlli sulle attività degli enti da parte della Corte dei conti, anche con l’utilizzo della Guardia di Finanza, il pareggio di bilancio, la non ricandidabilità di amministratori che abbiano contribuito al dissesto finanziario dell’ente, controlli sulle attività partecipate. Il giudizio “Incide fortemente sull’autonomia organizzativa e gestionale degli enti”. Ma guarda un po’!

Dai poteri forti a quelli fortissimi: Montezemolo lancia il suo manifesto “Verso la Terza Repubblica a tutto gas”. “Per uscire dalla crisi italiana è urgente aprire una stagione di riforme di ispirazione democratica, popolare e liberale, legittimate dal voto di milioni di italiane e di italiani, in continuità con quanto di meglio ha realizzato il governo guidato da Mario Monti che ha avuto il merito di rasserenare il clima di intollerabile antagonismo della politica italiana e di restituire prestigio e credibilità all’Italia”. Si apre così in maniera davvero originale il manifesto pubblicato sul sito di Italia futura, la fondazione presieduta da Luca Cordero di Montezemolo.
Domanda: cosa ci attende nel tragitto che va dalla padella alla brace?

Chiudiamo con la peggiore della settimana:
“Incinta dopo stupro? E’ volontà di Dio” frasi shock da un candidato del Tea Party
Richard Mourdock, favorito per il seggio al Senato dell’Indiana, si esprime sulla violenza sessuale. Romney prende le distanze. (qualche decina centimetri).
Immaginate se esistesse davvero il Dio dei repubblicani Americani. In God we toast!

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