Economia verde con il PD al Governo. Non perdiamo l’occasione

ROMA – “La green economy è il volano per uno sviluppo sostenibile del Paese  e può rappresentare una grande occasione per rilanciare l’occupazione (green jobs). Soltanto la green economy, inoltre, consente di coniugare, in una logica di solidarietà tra le generazioni, gli interventi di stimolo alla produzione ecosostenibile con la necessaria salvaguardia delle risorse ambientali del Paese.”

E’ questa la scelta di fondo che il  PD colloca tra gli otto punti prioritari di programma per la formazione del Governo. Una scelta chiara e netta come mai nessun Governo prima di oggi ha avuto il coraggio di avanzare. Non si tratta di una generica affermazione a favore dell’ambiente, come siamo abituati ad ascoltare. Leggendo le proposte del PD ci si rende conto che ci troviamo di fronte ad una vera strategia capace di realizzare quel cambiamento, da tempo auspicato, del nostro sistema di produzione e consumo.

Vediamo i capitoli fondamentali in cui si articola la proposta del PD.
Recupero del territorio e  lotta a ogni condono. Premialità fiscali per il recupero di aree dismesse e degradate al posto del consumo di aree agricole. Rendere permanenti gli incentivi per la riqualificazione del patrimonio edilizio e l’efficienza energetica (le detrazioni del 55% scadono a giugno).
Clima – Approvazione delle “Linee strategiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici”, predisposte dal ministero dell’Ambiente e inviate al Cipe nel novembre 2012. Il piano prevede, tra l’altro: il divieto di abitare o lavorare nelle zone ad altissimo rischio idrogeologico e limiti alle costruzioni nelle zone a rischio.
Suolo – Approvazione del disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo di suolo. Bonifiche dei siti inquinati attraverso il rifinanziamento del “Programma straordinario nazionale per il recupero economico produttivo di siti industriali inquinati”. Azioni immediate di tutela ambientale nei siti di interesse strategico nazionale con l’approvazione di una norma che preveda di finanziare, attraverso il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti, gli interventi di bonifica dei siti in cui sono ubicati gli stabilimenti di interesse strategico nazionale.
Energia – Per il settore energia le scelte strategiche di  politica industriale devono privilegiare  gli interventi, pubblici e privati, sul versante del  risparmio e dell’efficienza energetica e che bisogna scommettere sull’energia pulita prodotta dalle fonti rinnovabili e sulla mobilità sostenibile.
Rifiuti – Trasformare i rifiuti da costo (per lo smaltimento) in risorsa economica (a fini di riutilizzo). I rifiuti in tutto il mondo rappresentano un’importante risorsa del mercato delle materie secondarie: il loro valore di scambio va adeguatamente promosso incentivando recupero e soprattutto riutilizzo.
Riciclo – Per quanto riguarda lo sviluppo di un mercato dei materiali e prodotti riciclati, lo strumento più efficace rimane il green public procurement. È ormai assodato che le materie e i prodotti riciclati, a parità di qualità prestazionali, consentono un significativo risparmio di sistema, considerando il ciclo d’uso e i mancati costi di smaltimento. Proposta di una conferenza nazionale per la definizione di una strategia unitaria per la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti e approvazione del piano di prevenzione e di riciclaggio.
Acqua – L’acqua è un bene pubblico di primario interesse. Secondo l’Autorità per l’energia, ammontano a 65 miliardi di euro nei prossimi trent’anni gli investimenti necessari per ammodernare le infrastrutture e contrastare inquinamento e sprechi nel settore idrico.
Occorre intervenire sul sistema tariffario in modo da garantire l’uso dell’acqua alle fasce più deboli, assicurando al contempo la copertura dei costi per l’ammodernamento della rete nelle sue componenti.
Innovazione, ricerca e sviluppo – Favorire le politiche dell’innovazione e la ricerca nel settore privato. Tra queste una credito d’imposta (bonus per un totale di un miliardo l’anno) per sostenere l’attività di ricerca e sviluppo, la predisposizione di strumenti finanziari per attivare risorse pubbliche (da Cdp a Bei) e private, e un programma per la formazione di “capitale umano qualificato” con l’obiettivo di impiegare 20mila giovani ricercatori l’anno.
Legalità – È necessaria una lotta senza quartiere contro le ecomafie e l’introduzione del perseguimento dei reati contro l’ambiente nel codice penale, previa la ricognizione e il riordino delle fattispecie penali in materia ambientale, sinora sparse in svariate leggi speciali.

Come possiamo constatare tutte le grandi questione ambientali vengono poste sul tappeto e su ognuna di esse vengono indicate le misure necessarie alla loro attuazione. Andando a verificare l’attenzione che le altre organizzazioni politiche dedicano al tema della conversione ecologica dell’economia ci si rende conto dell’abisso programmatico che le separa da quelle del PD.
Se poi, con obiettività, si va a guardare la connessione che lega il capitolo ambiente agli altri 7 punti del programma Bersani ci si rende conto come il progetto politico del PD rappresenta una vera opportunità per imprimere quel cambiamento indispensabile per condurre il Rase fuori dalla crisi lungo un percorso di equità e sostenibilità.
Mi permetto di chiedere a elettori, elettrici e rappresentanti in Parlamento del M5S: voi, che in tante realtà del Paese avete fatto della questione ambientale il centro del vostro impegno, non credete che, con l’atteggiamento di chiusura alla formazione di un governo a guida PD, fate perdere la Paese una occasione forse irripetibile?

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