Azerbaijan. Amnesty denuncia la repressione, l’Ambasciata replica

ROMA – In un documento reso pubblico Amnesty International ha accusato le autorità dell’Azerbaigian di aver smantellato in modo sistematico la società civile del paese alla vigilia dei Giochi europei, compromettendo seriamente ogni speranza che questo evento sportivo lasci un ricordo positivo.

Il documento, intitolato “I Giochi della repressione. Le voci che non sentirete ai primi Giochi europei”, avrebbe dovuto essere presentato nella capitale Baku l’11 giugno ma il governo all’ultimo minuto ha negato l’ingresso nel paese ai rappresentanti di Amnesty International.

“L’Azerbaigian non apprezza la missione di Amnesty International a Baku in questo periodo” – hanno dichiarato le autorità del paese, suggerendo che la visita dovrebbe essere rinviata alla fine dei Giochi.  Analogamente, l’ambasciata dell’Azerbaigian di Roma ha rifiutato d’incontrare una delegazione di Amnesty International Italia, che intendeva consegnare firme per la scarcerazione dei prigionieri di coscienza.Nel documento, pubblicato alla vigilia della cerimonia di apertura del 12 giugno, Amnesty International documenta come, nel corso dell’ultimo anno, giornalisti, difensori dei diritti umani, membri dell’opposizione e giovani attivisti pro-democrazia siano stati molestati, arrestati, incarcerati, aggrediti e torturati in un giro di vite sul dissenso, che si è intensificata all’approssimarsi dei Giochi.

Secondo Amnesty, ci sono almeno 20 prigionieri di coscienza in Azerbaigian, detenuti solo per aver esercitato pacificamente il loro diritto alla libertà di espressione. Alcuni di loro sono stati accusati di frode ed evasione fiscale in seguito all’introduzione di nuove leggi restrittive sul finanziamento e la registrazione delle organizzazioni non governative entrate in vigore nel 2013. Altri si trovano ad affrontare accuse false che vanno dal possesso di droga e teppismo al tradimento.  Molti altri attivisti e sostenitori hanno lasciato il paese, mentre quelli che restano hanno spesso troppa paura di alzare la voce contro gli abusi commessi dalle autorità a causa delle minacce a se stessi o alle loro famiglie.

I media indipendenti sono ormai quasi inesistenti, mentre giornali e televisioni di proprietà o sotto il controllo del governo sono usati per diffamare i critici. In questo modo gli abusi da parte delle autorità persistono incontrollati.

La replica dell’Ambasciata dell’Azerbaigian

L’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in risposta alle accuse mosse da Amnesty International fa sapere che “il comunicato fa riferimento a falsità, che da anni Amnesty International distribuisce in Italia, attraverso articoli che utilizzano fonti unilaterali senza un controllo preventivo delle notizie e la verifica di altre fonti. L’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia ha tentato svariate volte un contatto per fornire informazioni reali e offrire opinioni su quanto da loro riportato. L’Ambasciata ha informato Amnesty International Italia del caso del milione di profughi interni e rifugiati presenti in Azerbaigian a causa dell’occupazione militare del 20% del suo territorio da parte delle forze armate dell’Armenia che prosegue da oltre 20 anni, della violazione dei loro diritti, come anche della situazione del processo farsa contro cittadini azerbaigiani ostaggi dell’Armenia.  Ma tali situazioni sono state ignorate da Amnesty International.”

L’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian ritiene che “venga utilizzata in una campagna diffamatoria nei confronti dell’Azerbaigian, priva di informazioni veritiere, per motivazioni politiche, abusando delle buone intenzioni dei suoi membri”.

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