Respingimenti : l’annullamento della realtà umana

ROMA – È una brutta storia, l’Italia è responsabile, per via del trattato sui respingimenti siglato con Gheddafi nell’agosto del 2008, e ratificato dal Parlamento italiano nel gennaio del 2009, del non rispetto del diritto internazionale sulla richiesta di asilo politico.

Christopher Hein, direttore del Cir, il Consiglio italiano dei rifugiati, una onlus che cerca di venire incontro a chi chiede asilo politico, accusa il Governo Italiano di uno scotoma che fa divenire invisibile il problema dei rifugiati politici: “Un’amnesia della quale chi fugge da persecuzioni politiche o razziali, o dalle guerre, paga le conseguenze. Non possono essere marchiati con l’etichetta di clandestini, anche coloro che intendono chiedere asilo politico”.
Intanto, denuncia il “Fatto”, presente alla telefonata ricevuta da un prete eritreo nella quale era vissuta una tragedia disumana, centinaia di Eritrei, Etiopi e sudanesi sono incatenati come animali e decimati dai trafficanti egiziani che vogliono estorcere loro denaro: “Siamo in 250, soprattutto eritrei ma anche etiopi e sudanesi. Ci tengono incatenati da un mese, sei di noi sono già stati uccisi. Fate qualcosa, salvateci”.
Dopo questa telefonata si sono mobilitati gli organismi internazionali e oggi il caso sarà discusso in commissione Esteri della Camera. Chissà se riusciranno a salvarne qualcuno prima che sia troppo tardi.

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