Non solo coaching: oltre il senso del dovere, lasciamo un po’ di spazio anche al piacere

ROMA – Sempre più presi dalle nostre attività e priorità, rischiamo di perderci il bello della vita, dimenticandoci che la vita stessa non è solo un aspetto, a cui leghiamo spesso la nostra realizzazione.

L’eccessivo valore che diamo ai minuti, la fretta, che sta alla base del nostro vivere, è senza dubbio il peggior nemico del piacere. (Hermann Hesse)

Abbiamo già affrontato il tema in un precedente articolo  da un altro punto di vista, l’importanza di sapersi fermare per godere dei risultati e del qui ora (per saperne di più… https://www.dazebaonews.it/italia/societa/coaching-cafe/item/40946-non-solo-coaching-qui-ora-non-solo-un-motto-ma-un-vero-atto-di-amore-nei-nostri-confronti.html ), ma l’ispirazione di questo articolo, mi è venuto da un ricordo lontano che risale a circa 25 anni fa, durante il mio corso di Laurea, ebbi la fortuna di assistere all’ultima lezione del corso di Elettronica 2.

Per il piano di studi della mia facoltà, tale esame si collocava per la fine degli studi, vicino al periodo che precedeva la laurea, la porta d’ingresso al mondo della Professione. 

Il Professore in questione, nella sua esigente preparazione degli studenti, dava moltissimo durante le lezioni e pretendeva moltissimo durante gli esami. Tutte le lezioni erano ovviamente centrate sull’apprendimento dell’elettronica applicata, tranne l’ultima. 

Nell’ultima lezione, il Professore chiudeva la lezione con una poesia o un brano di letteratura, dicendo a tutti noi, presi ovviamente dalla passione per gli studi scientifici e dalla pressione degli esami, di non perdere il gusto delle altre cose belle della vita, che vanno oltre gli studi e il lavoro.

Mi accorsi in quel momento che erano già tre anni che avevo smesso di scrivere le mie riflessioni e piccole poesie, passione che mi accompagna fin dall’adolescenza.

Rimase per me un apprendimento che mi portai avanti per tutta la vita, pur mantenendo un interesse vivido per il mondo scientifico e l’innovazione tecnologica, non ho più smesso di osservare gli altri aspetti della vita dedicando, anche se poco, del tempo le altre mie passioni, quelle meno produttive ma fonte del puro diletto personale.

Quando focalizziamo troppo la nostra attenzione su un solo aspetto della vita, che non è detto sia solo quello professionale, per alcuni sono gli impegni familiari, per alcuni una grande passione amorosa, ecc. il rischio di perdere la vista di un tramonto, la lettura di un bel libro, curare la spiritualità, la cura della persona, le amicizie, o la famiglia stessa è grandissimo. 

Se la cosa su cui puntiamo viene a mancare, rischiamo davvero la nostra serenità, si perde il senso della vita, perché la vita per troppo tempo è stata rappresentata da quella sola cosa

Puntare ad una cosa che ci appassiona è giusto, non trascurare il resto è una scelta che ci difende anche dagli “tsunami” della vita.

A volte le cose intorno a noi le abbiamo, ma semplicemente non le osserviamo. Non diamo il giusto peso e importanza alle situazioni a contorno della nostra prima attività, a cui dedichiamo gran parte del tempo. E’ vero che ci sono momenti in cui la nostra energia deve esser dedicata alla realizzazione di progetti importanti o alla risoluzione di problemi impattanti nella nostra vita, ma senza cadere nel tranello di identificarci con quell’aspetto che richiama la nostra attenzione contestuale. 

Il piacere è altrettanto importante del dovere e delle responsabilità, è quello che ci ricarica le batterie per affrontare le situazioni più importanti o pressanti. 

Ricordiamoci quando occupiamo la nostra agenda con gli impegni di lasciar spazio per le cose che ci danno piacere, da esse prenderemo forza e vitalità per affrontare la nostra settimana.

Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo. (Albert Einstein)

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