Non solo coaching: “E dopo come sarà?

«È il momento che volevo non arrivasse mai, concedetemi un po’ di paura» Francesco Totti 

Partiamo dal fatto che non sono tifosa, comunque non seguo il calcio, ma da sportiva ogni evento che riguarda questo mondo e segna qualcosa di importante mi lascia sempre una ispirazione, un messaggio, un fonte di apprendimento utile a me stessa.

Quando un campione come Totti, indiscutibile questo punto, pronuncia una frase del genere, con le lacrime agli occhi, apre la porta a grandi riflessioni. Bando alle polemiche, ne ho sentite molte: a 41 anni di cosa si lamenta, con tutti i soldi che ha, ha tutto a lui non manca nulla, non avrà problemi farà sicuramente altro!

Nella mia esperienza personale e professionale di persone che hanno dovuto affrontare cambiamenti importanti, per via delle cose, magari dovuti, magari naturali e, comunque non desiderati ne ho incontrati abbastanza da poter dire che per nessuno è facile.

Chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quello che lascia ma non quello che trova! Citava un vecchio detto. 

Non è facile per nessuno osservare il dopo, anche per chi ha una vita che apparentemente non presenta problemi veri. 

Ho osservato negli ultimi anni tanti ex colleghi, circa della mia età, dover lasciar la posizione per la crisi economica, per i tagli aziendali, con la difficoltà di superare il momento in cui eri il top per un’azienda e poi il giorno dopo nessuno ti cerca, nessuno ti chiama, nessuno ti vuole. 

In essi ho ritrovato lo sconforto e la paura, e a questi dico vedete anche i grandi campioni conoscono questa paura ed è naturale. 

Quando si esce da una esperienza professionale importante e si deve prender atto di dover fare un cambiamento radicale e puntare subito oltre, capita che spesso, invece, si continua ad accumulare lo sconforto prendendosi una serie di no, continuando a fare colloqui e a sentire “non si preoccupi, le faremo sapere”. 

Per quanto mi riguarda, L’andamento degli ultimi anni, non mi ha colta impreparata, sono una di quelle persone che, come dice un altro vecchio detto “prendi l’ombrello che fuori c’è il sole”, ha preferito dedicarsi alla creazione di una nuova professionalità nel momento in cui già iniziava a tirare una brutta aria piuttosto che preoccuparsi dopo la tempesta. 

Mi piace molto l’applicazione del coaching a questo tema, che si occupa di accompagnare i professionisti verso nuovi obiettivi, mi piace quando si inizia con loro a fare il punto della situazione delle capacità e competenze che hanno, a comprendere quali passioni potrebbero orientarli verso nuovi obiettivi professionali, quali competenze mancano per acquisirle e fare un piano per creare una nuova vita professionale. 

Sono persone che hanno esperienza da vendere, che possono dare contributi creativi e concreti in vari ambiti, hanno solo la difficoltà di abbandonare la vecchia idea di lavoro a tempo determinato e di riorganizzarsi verso nuovi orizzonti. 

Cosa rema contro questo processo? La paura, le emozioni che vanno comunque rispettate, come per Totti, ci si deve concedere il tempo giusto per avere paura una volta spente le luce della ribalta. 

Tuttavia, proprio facendo leva sulle grandi capacità maturate nel tempo e sulle competenze apprese nei ruoli ricoperti, una volta tornati in campo, anche in nuovi contesti, non li ferma più nessuno. 

Nessuno dice che sia facile, ma non impossibile! 

“Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento.” (Proverbio Cinese) 

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