Sorridere un po’

ROMA – Quando l’ho conosciuto passava tutta la giornata in camera. Non voleva mangiare, chiedeva farmaci in continuazione e aveva gli occhi lucidi e rossi al tempo stesso, pronti a gettare lacrime, stanchi di trattenerle…

Oggi giocava a pallone con gli altri ragazzi. Era la sua prima volta nel dilettarsi calciatore da quando è arrivato al Centro di Prima Accoglienza. Scherzava con il suo amico Houss : -Bengalino, voi non siete buoni a giocare con i piedi, siete come le donne, giocate a pallavolo o a cose del genere-. A cena sono diversi giorni che chiede il bis, oggi sorrideva, si metteva dietro le persone che avevano preso il piatto e faceva la mossa di sottrarglielo. Loro erano contenti, sorpresi, soddisfatti. E’ in buona parte merito loro se Namoko si stia ambientando. Lo difendono, lo proteggono, lo ascoltano, lo incoraggiano, come fossero fratelli.

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