Vittime sul lavoro. La 62ma celebrazione tra verità e bugie. LA LETTERA

Riceviamo e pubblicchiamo la lettera di Marco Bazzoni, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze

LA LETTERA
Oggi si è celebrata in tutta Italia la 62 Giornata Nazionale per le Vittime sul Lavoro, e credo che una riflessione sia d’obbligo.
In questi ultimi anni (dal 2007 in poi) l’Inail ci ha parlato sempre di un costante calo sia degli infortuni che delle morti sul lavoro, che poi sia un calo reale, beh, questo è un altro paio di maniche, perchè l’Inail tra gli infortuni e le morti sul lavoro conteggia solo i suoi assicurati, quindi all’interno di questi dati non ci sono gli infortuni e le morti sul lavoro accaduti ai militari in Afghanistan, ai poliziotti, ai carabinieri, senza considerare i tanti lavoratori che muoiono”in nero” e cui raramente compaiono nelle statistiche Inail.
In queste statistiche non ci sono i lavoratori che ogni anno denunciano l’infortunio come malattia, perchè hanno un contratto di lavoro precario o perchè sono assunti “in grigio” o peggio “in nero”, quindi sono ricattabili e la prima cosa a cui devono rinunciare è la sicurezza sul lavoro.
Si stima che ogni anno almeno 200 mila infortuni (e sto parlando di stime minime) non vengano denunciati all’Inail.
Di che calo stiamo parlando allora?

Su questo calo di cui parla l’Inail, ha inciso anche la crisi economica, con molte aziende che hanno chiuso, con tanti lavoratori messi in mobilità o in cassa integrazione o peggio licenziati: è troppo facile parlare di calo degli infortuni e delle morti sul lavoro in queste condizioni.
E’ chiaro a chiunque che con meno ore lavorate diminuiscono sia gli infortuni, che le morti sul lavoro e non ci vuole un genio per capirlo, e non come pensa “qualcuno” perchè nelle aziende è aumentata la sicurezza sul lavoro, anzi con la crisi è diminuita!
A volte stupisce leggere i commenti entusiasti di molti politici e sindacalisti di fronte a questi dati Inail.

Nel 2011 l’Inail ci ha parlato di 725 mila infortuni (-6,6%, ovvero 51.000, rispetto al 2010) e 920 morti sul lavoro (53 in meno rispetto al 2010) .
Mentre l’Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro, diretto da Carlo Soricelli, ex operaio in pensione, ci dice che nel solo 2011 ci sono stati almeno 1170 morti sul lavoro e nel 2012 (mancano ancora 2 mesi e mezzo alla fine dell’anno) siamo già ad oltre 950 morti sul lavoro.
A chi dare ragione, all’Osservatorio Indipendente di Bologna o all’Inail?

La domanda sorge spontanea, ovviamente, e per quanto mi riguarda io do ragione all’Osservatorio Indipendente di Bologna, perchè i suoi dati sono più reali di quell’Inail, che per me sono solo dati parziali.
Inoltre, vorrei che qualcuno sia a livello politico, che sindacale, che istituzionale si domandasse  come mai per la per gestione redazione e istituzionale del sito web Inail ci vogliono la bellezza di 25 milioni di euro, una cifra stratosferica!
Visto che l’Inail è un ente pubblico, è un suo dovere dare le dovute spiegazioni sul perchè ci vogliano tutti questi soldi, anche perchè qui stiamo parlando di soldi pubblici.
E non  basta che ci sia un bando per dare in appalto la gestione del sito web.
Come cittadini è legittimo pretendere chiarezza e spero che qualcuno raccolga questo appello.
Anche perchè è assurdo che l’Inail spenda tutti quei soldi per la gestione del sito web e poi dobbiamo assistere a risarcimenti vergognosi a molti familiari delle vittime del lavoro, con poco meno di 2 mila euro (per essere esatti con 1936,80 euro).
E’ vero che c’è una legge di quasi 50 anni fa (TU 1124 del 30 Giugno 1965), che prevede infatti che hanno diritto alla rendita a superstite, in caso di infortuni mortali, coniugi e figli e, se assenti, gli ascendenti viventi e a carico del defunto, che contribuiva quindi al loro mantenimento.
Tradotto, non hanno diritto alla rendita, ad esempio quei genitori delle vittime del lavoro che non risultava ricevessero contributi al mantenimento, dal loro caro ammazzato dall’insicurezza nei luoghi di lavoro.
Non basta che l’Inail dica di “aver applicato la legge”. Non è un paese civile quello che risarcisce le morti sul lavoro con solo un rimborso una tantum spese funerarie di 1936,80 euro: una vera elemosina, nonostante sia stato promosso un appello online:

http://firmiamo.it/non-derubate-i-morti

Sono già state raccolte oltre 4000 firme, ma nè il Governo Monti, nè il Parlamento si sono ancora mossi per cambiare questa legge.
Non è forse una priorità questa da inserire in un decreto d’urgenza?
Ci rifletta il Governo Monti!
In questa giornata è necessario ricordare che l’Inail ha un avanzo di bilancio annuale che ammonta a circa 2 miliardi di euro l’anno, e che il “tesoretto” Inail, depositato presso un conto infruttifero della Tesoreria dello Stato ha raggiunto la cifra di ben 18,5 miliardi di euro.
Verranno forse utilizzati per aumentare le rendite da fame agli invalidi del lavoro e ai familiari delle vittime del lavoro?
Certo che no, ma sono utilizzati dallo Stato Italiano per ripianare i debiti Anche su questo nessuno grida allo scandalo, chissà forse perchè questa è considerata una cosa normale,mma non lo è.

Infine, un ultima cosa vorrei ricordare al Governo Monti, cioè, che invece di semplificare la salute e sicurezza sul lavoro, cancellando importanti norme per la salute e sicurezza sul lavoro, ci vorrebbero più controlli e pene più severe per gli imprenditori che violano le norme per la sicurezza sul lavoro.
Non è in questo modo che si esce dalla crisi caro Governo Monti o forse la riforma del lavoro, con la modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (legge 300 del 20 Maggio 1970) voluta fortemente dal Ministro del Lavoro Elsa Fornero non vi ha insegnato nulla???
Pensavate di rilanciare l’economia in questo modo, invece il risultato è stato l’opposto di quello dai voi previsto: i posti di lavoro calano, i lavoratori sono ancora più ricattabili dai datori di lavoro e molti se verranno licenziati ingiustamente non avranno più diritto al reintegro nel posto di lavoro, ma se gli va bene, avranno solo un indennizzo economico, quindi saranno condannati a non lavorare chissà per quanti anni, visto la forte recessione che ha colpito il Paese e che grazie a questo Governo si è ancora più accentuata.

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