Nei ghiacciai dell’Antartide i segreti della Terra

L’importanza dei laboratori di ricerca contro il rischio contaminazione

ROMA  – Assumono sempre più importanza i carotaggi effettuati in Antartide, in cui si celano informazioni preziosissime sul passato della Terra, come le radiazioni solari, i cambiamenti climatici, le variazioni glaciali, le temperature e le eruzioni, solo per citare alcune specifiche di ricerca. Dati importantissimi che possono dare risposte anche sul nostro futuro e che vengono raccolti, elaborati e studiati in maniera sistematica contribuendo fattivamente alla ricerca scientifica. Nel campo biologico gli esperti parlano di scoperte eclatanti, “di veri e propri marker capaci di ricostruire la sequenza cronologica e la sincronizzazione degli archivi naturali con una precisione difficilmente raggiungibile con altri metodi”, come ha affermato recentemente Alessio Di Roberto, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Inutile aggiungere che il laboratorio di ricerca in questo settore rappresenta un’importanza fondamentale per l’esito finale.
“Il rischio di contaminazione è altissimo”, ribadisce Giancarlo De Matthaeis di Labozeta. “Per questo motivo i laboratori che realizziamo in questo campo di ricerche, prevedono un’attenzione particolare a partire dalle progettazioni ispirate alla massima sicurezza negli spazi fisici di lavoro, le cosiddette camere bianche, in grado di offrire al ricercatore garanzie assolute sull’integrità di tutti gli elementi presenti nei carotaggi”.
“Ma non solo – continua De Matthaeis – . Massima attenzione è prestata soprattutto ai vari elementi che compongono un laboratorio di questo genere, dalle cappe chimiche, cabine a flusso laminari, alla particolarità dei filtri e dei materiali a dispersione zero nell’ambiente che consentono di operare in condizioni di sterilità. Si potrebbe tranquillamente parlare – conclude De Matthaeis – di una ricerca sulla ricerca, il cui imperativo rimane quello di garantire efficienza e sicurezza, azzerando completamente il rischio di inquinamento che, altrimenti, potrebbe drammaticamente inficiare sul risultato finale di ricerche così importanti per il nostro futuro”.

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