Scuola. Per contrastare le disuguaglianze servono welfare universale e occupazione di qualità

Le misure del Governo sono insufficienti e controproducenti

Nella giornata di ieri, rispondendo al Question Time alla Camera, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha affermato che l’Italia non ha bisogno di una misura di reddito universale, poiché la priorità è la creazione dell’occupazione – cosa che il Governo starebbe già facendo – mentre “è maturo il tempo per una misura sulla povertà”.

ROMA – “Il Governo fa il gioco delle tre cartedichiara Riccardo Laterza, Portavoce Nazionale della Rete della Conoscenza – sostenendo che il problema della povertà in Italia si risolve con la creazione di occupazione e non con l’universalizzazione del welfare, mentre le due misure sarebbero complementari e non affatto in contrapposizione l’una con l’altra, e d’altro canto il Governo non ne sta mettendo in campo nessuna delle due”. 

“Sul fronte dell’occupazione infatti solo una lettura superficiale e distorta dei dati ISTAT può dare ragione al Governo sui suoi presunti successi – continua Laterza – che nascondono in realtà l’assenza di una vera politica sull’occupazione. Guardando le rilevazioni di luglio 2015 e raffrontandole allo stesso periodo dello scorso anno, infatti, il numero di giovani occupati diminuisce del 3,6%, mentre gli inattivi aumentano del 2%. L’occupazione generale registra leggeri aumenti, trainati però dalla crescita dei contratti a tempo determinato e dei voucher: in generale, i dati sulla disoccupazione e sull’aumento dei lavoratori poveri appaiono sempre più strutturali a causa delle scelte del Governo in materia di mercato del lavoro”.

“Proprio per questo sul fronte del welfare – aggiunge Laterza –  è sempre più urgente costruire una misura di reddito individuale, universale e debolmente condizionata, anche per i periodi di formazione e legata a un criterio di residenza, per contrastare le disuguaglianze e liberare le persone dal ricatto della precarietà e del lavoro povero. Una misura di contrasto alla sola povertà assoluta, familista e condizionata alla prestazione lavorativa gratuita o all’accettazione del primo impiego qualunque esso sia, è evidentemente residuale e pienamente compatibile con il Jobs Act e la riforma del Terzo Settore: non a caso quella rilanciata dal Governo è proprio una misura di questo genere”.

“Per affermare il diritto allo studio, a un lavoro con diritti e di qualità e a un welfare universale con l’istituzione di un reddito per tutte e tutti – concludono gli studenti nella notaci mobiliteremo il 9 ottobre in tutte le piazze del Paese e parteciperemo alla mobilitazione di Libera del 17 ottobre per il reddito di dignità”.

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