Buona scuola: studenti inascoltati

Resi pubblici i testi delle deleghe della Buona Scuola.

Ancora assente una legge nazionale sul diritto allo studio: gli studenti non sono stati ascoltati. Unico elemento positivo l’introduzione della media del 6 per l’ammissione all’esame di stato, proibitive però le norme che introducono le INVALSI come criterio di ammissione all’esame e accesso all’università. Apprendistato dal secondo anno delle scuole secondarie superiori, nuova forma di sfruttamento.

Studenti non soddisfatti, prime azioni di protesta nelle scuole.

“Nonostante il voto del 4 dicembre abbia espresso una domanda democratica, le nostre richieste rimangono inascoltate.” Dichiara Martina Carpani, coordinatrice nazionale della Rete della Conoscenza. “Il governo Gentiloni sta agendo in piena continuità con il governo Renzi, la direzione intrapresa non rispecchia affatto quello che gli studenti chiedono da anni.” “Ancora una volta assente la legge nazionale per il diritto allo studio. Le norme introdotte nella delega non agevolano l’inclusione reale degli studenti.” Dichiara Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti, che continua “I cambiamenti sull’esame di stato sono fumo negli occhi, l’unico elemento positivo è la media del 6 per l’ammissione alla prova di maturità. Riteniamo tuttavia assurdo il criterio dell’alternanza scuola- lavoro e dell’INVALSI. Inoltre è anticipato l’apprendistato per gli studenti di 15 anni al secondo anno delle scuole secondarie superiori, più sfruttamento e meno formazione. Pretendiamo il ritiro della Buona Scuola, vogliamo essere ascoltati subito.”

“Sono ormai migliaia i neolaureati che aspettano di accedere all’insegnamento, la delega sull’accesso all’insegnamento non è però finanziata, ecco perché il governo prevede l’entrata in vigore del nuovo sistema del concorso-corso solo nel 2020” dichiara Andrea Torti coordinatore nazionale di Link – Coordinamento Universitario, che aggiunge: “La scelta di attivare il concorso corso nel 2020 è da irresponsabili. E’ necessario avviare il nuovo sistema già dal 2017, oppure, in via transitoria, attivare nel 2017 un ciclo di TFA, attribuendogli valore concorsuale e garantendo a tutti i tieffini l’accesso ai benefici del diritto allo studio”.

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