Alitalia. I cassaintegrati rispondono a Gramellini de La Stampa. La lettera

Pubblichiamo la lettera del  Comitato Cassaintegrati Alitalia Overbooked, che ha in questo modo risposto ad un articolo apparso su La Stampa il 12 ottobre a firma di Massimo Gramellini

Caro Vicedirettore,

chi scrive è il Comitato “Overbooked”, un comitato di lavoratori cassintegrati Alitalia trasversale (cioè a prescindere dalla propria appartenenza sindacale). Riteniamo che con il suo articolo Lei non faccia chiarezza su molte questioni tutt’ora aperte e per nulla concluse, rischiando infine di fare disinformazione se parla solo di una parte del problema. Infatti ad oggi esistono migliaia di lavoratori in Cigs della vecchia Alitalia, dei quali circa la metà non raggiungeranno i requisisti pensionistici.

Con il suo articolo Lei fa riferimento ad un accordo sindacale recente (4 marzo 2011) che riguarda l’Alitalia-Cai, la nuova compagnia aerea privata, spacciata impropriamente per compagnia di bandiera. Sappia che tale azienda privata ha sollecitato per mesi i sindacati richiedendo migliaia di cigs, al solo scopo di abbattere ancora di più il costo del lavoro, e per assecondare gli appetiti di chi ha un reale interesse operativo sull’azienda, cioè i francesi di Air France, che tramite il pacchetto di maggioranza relativa del 25% di fatto la controllano ben oltre la questione del “lock up option”, che inoltre a breve scadrà. E’ evidente infatti, per chi si intende di trasporto aereo, che il posizionamento di Alitalia-Cai nel mercato del trasporto aereo europeo viene definitivamente compresso entro “confini” di tipo regional, a tutto vantaggio della sua casa madre, Air France. Questo è e sarà ancor di più un danno in primo luogo per i lavoratori che vi lavorano, perché avranno sempre meno opportunità di vedere un futuro nell’azienda per la quale lavorano, ma anche per coloro che dalla Cigs (ex Alitalia) dovrebbero rientrare in Alitalia-Cai a fronte di uno sviluppo, visto che un vettore regional ha possibilità di crescita ed occupazione decisamente minori rispetto ad una seria compagnia di bandiera.

Sono state richieste quindi molte più Cigs di quelle in realtà poi concordate in sede ministeriale (accordo ratificato l’11 marzo presso il Ministero del Lavoro dell’On. Sacconi).

Lei allora presenta il problema come se i lavoratori fossero i responsabili di quanto accade e, cosa ancor più assurda, come se fossero proprio loro a decidere della propria sorte entrando nelle segrete stanze della direzione del personale per imporre la propria mobilità ed i piani di sviluppo aziendali. E’ una scialuppa che affonda. Ma perché si nasconde che dietro tutto questo c’è chi invece continua ad arricchirsi? Rappresenta in pratica un mondo completamente rovesciato nella sua concreta realtà, dove i lavoratori che subiscono scelte che arricchiscono tasche private avrebbero poi per magia potere decisionale sulle sorti aziendali e sulla propria esistenza lavoratoriva.

Per quale motivo infatti non dice che l’Ing. Sabelli ha chiesto ripetutamente migliaia di Cigs e ne ha ottuenute una parte con l’avallo del governo, e nonostante non sia stato aperto uno stato di crisi? Per quale motivo non dice che l’Alitalia-Cai, azienda privata, in questo modo scarica sulla collettività i propri fallimentari bilanci aziendali e palesa l’inconsistenza del suo sviluppo? Per quale motivo si invoca sempre l’operosità dei privati (decisamente discutibile, soprattutto di questi tempi) ma si tace sui meccanismi che consentono ai privati di accaparrarsi imprese pubbliche per trarne profitto privato a danno della collettività e dei lavoratori? Lei dovrebbe sapere che l’operazione Alitalia-Cai è costata talmente tanto, che persino una nazionalizzazione ed un rilancio del trasporto aereo italiano avrebbe avuto costi inferiori. Tra l’altro ciò non avrebbe alimentato la devastazione del tessuto sociale con la distruzione voluta a tavolino dei posti di lavoro. E’ proprio grazie a quegli accordi con il governo francese e all’intreccio degli interessi con il governo entrante ed il capitalismo nostrano, che l’impresa si è potuta realizzare.

Domandiamoci quando e perché Confindustria ha assunto un ruolo attivo nell’intera operazione con Colaninno a guida della “nuova” compagnia, con l’approvazione formale tramite partecipazione della Marcegaglia. In tutto questo il ruolo dei lavoratori è stato chiamato in causa solo per attribuirgli presunti privilegi, usandoli come agnello sacrificale di una nazione incapace delle più elementari considerazioni critiche, in una delicata fase di passaggio economico in pieno stato di crisi, una crisi sommersa dal governo entrante fino a che la cosa non è diventata palesemente ridicola.

Domandiamoci quanto la protezione di certi capitali privati, a partire da certe banche coinvolte nell’operazione Alitalia, non contribuisca alla creazione del debito pubblico, invece che gettare fumo per distogliere l’attenzione concentrandola su assurde responsabilità dei lavoratori, che di certo non hanno, ed è dimostrabile se si affrontano le cose con la giusta onestà intellettuale.

Chi scrive fa parte di quella vecchia tornata di Cigs, quella dell’affaire Air France, cioé di quella grande campagna intrapresa che ha stravolto persino l’ordinamento giuridico del nostro paese, cha ha cambiato il modello di Relazioni industriali, che ha contribuito all’elezione del nostro premier, che ha salvato dal sicuro fallimento un’azienda privata come Air One, che ha salvato i capitali di una banca privata come Banca Intesa San Paolo. E si potrebbe continuare all’infinito. Ma sappia che quell’operazione ha prodotto anche migliaia di licenziamenti, di lavoratori giovani che non raggiungeranno affatto i requisisti pensionistici e non sapranno cosa fare del loro futuro, e migliaia di lavoratori che non volevano e non hanno deciso di andare in Cigs, ma che furono rassicurati della certezza di una pensione, e che oggi centinaia di loro si vedono scippata questa possibilità. Ma vorremmo ricordarle anche diversi suicidi e molteplici stati di depressione cronica, con annesse malattie tumorali da caduta delle difese immunitarie,
oltre che crisi familiari, divorzi e problematiche di varia natura, come la futura vendita di una casa per l’incapacità di produrre certezza di reddito a fronte di un mutuo da pagare.

Se allora volesse realmente sapere come stanno le cose abbia almeno l’umiltà di ascoltare direttamente i lavoratori, chi la storia la conosce bene e l’ha vissuta ben oltre quel teatrino mediatico a cui la stessa carta stampata ha partecipato con estrema superficialità. Nel frattempo consigliamo vivamente di leggere uno splendido libro scritto da un magistrato che ha provato a fare almeno un poco di chiarezza sull’intera vicenda: Luca Baiada, Operazione
Alitalia, Edizioni Ombre corte.

Per qualsiasi delucidazione in merito alla nostra situazione, il nostro contatto è il seguente:

[email protected]

Cordiali saluti.

Comitato Cassaintegrati Alitalia Overbooked

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