Siria in guerra, Assad propone un governo, ma non è credibile

ROMA – Provare a decifrare la situazione siriana dalle notizie frastagliate che ne valicano il confine è impresa ardua.

Anche se la sostanza della crisi appare perlopiù identificabile. In primis, dal punto di vista umanitario: la popolazione civile subisce ormai una condizione di vita insostenibile dall’inizio delle manifestazioni di opposizione al regime di Assad, quindi da un anno e mezzo.
E non sono solo le gravi violazioni dei diritti umani, gli eccidi, le incarcerazioni a colpire i siriani, ma anche la progressiva penuria di cibo, acqua, medicinali e di tutte quelle condizioni essenziali per un vivere dignitoso.
Di questo fermo avviso è, in particolare, l’ONU, che ha presentato a Ginevra un rapporto dettagliato alla comunità internazionale, in cui vengono stigmatizzati i crimini di Bashar al-Assad e la penosa condizione attuale della Siria.
Se consideriamo tutto ciò unitamente alle notizie degli scontri armati che negli ultimi due giorni hanno interessato anche aree prossime al centro della capitale Damasco e l’assalto di un sempre più organizzato esercito di liberazione all’emittente satellitare pro-regime, Al-Ikhbariya, lo scenario assomiglia sempre più ad una guerra.
Ancor più se si guarda a nord, verso il confine turco, dove a seguito dell’episodio dell’abbattimento di un aereo di Ankara da parte della contraerea siriana, il premier Recep Tayyip Erdogan ha fatto dispiegare mezzi militari, batterie missilistiche e caccia bombardieri.
Lo stesso Assad sembra aver ammesso che il Paese è in uno stato di guerra e ha formulato una proposta di un nuovo governo ad interim a cui partecipino insieme membri dell’attuale regime e rappresentanti dell’opposizione.
La proposta di per sé sarebbe molto positiva, se la credibilità di Assad non fosse scemata ai livelli minimi di adesso. Il Presidente siriano ci ha infatti abituato nel recente passato a proposte di conciliazione e normalizzazione che si sono dimostrate solo azioni dilatorie.
In ogni caso l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, inviato speciale per la Lega Araba e l’Onu in Siria, ha accolto con favore questa nuova apertura di Assad, che ha già ricevuto l’appoggio della Russia.
Sabato a Ginevra si riunirà il Nuovo gruppo di azione sulla Siria, a cui Annan ha invitato i ministri degli esteri dei Paesi che siedono nel Consiglio di Sicurezza ONU (Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia ed Usa), Iraq, Kuwait e Qatar in rappresentanza della Lega Araba, l’Unione Europea, la Turchia. Con l’Iran osservatore a distanza, pronto comunque ad impegnarsi nella risoluzione della crisi.

 

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