Medio Oriente: Unhcr, Unicef e ONG israeliane e palestinesi denunciano l’aumento della violenza dei coloni

Si moltiplicano, nei Territori occupati, gli episodi d’intimidazione e di vera e propria violenza da parte di coloni israeliani ultrà contro la popolazione palestinese.

La denuncia arriva da un rapporto presentato oggi a Ramallah da agenzie dell’Onu e organizzazioni umanitarie (sia palestinesi, sia israeliane) nel quale si sottolinea la sostanziale impunità accordata ai responsabili di tali attacchi, dalla scarsa azione di contrasto delle forze israeliane schierate nell’area e, a volte, persino dalla copertura garantita da unità militari ideologicamente contigue. In una conferenza stampa organizzata dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), in partnership con l’Unicef e con organizzazioni non governative come la palestinese Al-Haq e l’israeliana Betselem, sono state illustrate cifre eloquenti in base alle quali risulta un’impennata delle violenze dei settler del 32% dal 2010 al 2011 (411 attacchi); e addirittura del 144% rispetto al 2009. Violenze che, ha rincarato la dose una rappresentante dell’Unicef, non risparmiano talora i bambini. Una spirale che contribuisce a fomentare il circolo vizioso dell’odio, è stato detto, come testimoniano i dati – anch’essi tornati a crescere rispetto agli anni scorsi – sullo spargimento di sangue: con un totale di 3 morti e 188 feriti fra i palestinesi nel 2011 (per mano di coloni, e senza contare le vittime di tafferugli con militari o polizia) e di 8 morti e 37 feriti fra i coloni stessi (per mano di aggressori palestinesi). Di rilevo pure i danni provocati a proprietà e terreni agricoli palestinesi, con circa 10.000 alberi d’ulivo distrutti da ‘spedizioni punitivè nel solo ultimo anno. Una devastazione che, secondo il responsabile locale dell’Unhcr, Matthias Behnke, mina alla base “una delle poche fonti di reddito degli abitanti arabi delle zone rurali della Cisgiordania”. In tale contesto, il rapporto evidenzia quella che viene presentata come l’incapacità o “l’insufficiente volontà politica” delle autorità israeliane di punire i responsabili e di difendere non solo i coloni dall’ostilità di palestinesi, ma anche la popolazione locale dalla minaccia dei settler: come il diritto internazionale imporrebbe in uno scenario di occupazione militare. Un’incapacità, è stato notato, dimostrata dal fatto che circa il 90% delle denunce di vessazioni attribuite a coloni contro palestinesi viene archiviata senza alcun arresto.

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