Siria. Esodo di massa. 7mila profughi attendono al confine turco

A Daraya scoperti altri 14 cadaveri, probabile fosse comuni. 80mila profughi negli ultimi due mesi

ISTAMBUL – La spirale di violenza in Siria non si placa, come non si ferma il viaggio di coloro che fuggono da una terra insanguinata da una guerra civile ormai fuori controllo.
Molti sono riusciti a passare la frontiera con la Turchia, ma ad altri – si parla di almeno 7mila persone – non è permesso superare il confine. Infatti, la Turchia ha interrotto temporaneamente l’accoglienza di Delle 7000 persone in attesa, 5000 sono bloccate alla frontiera di Kilis, nel sud-est turco, altre 2000 sono ferme a Reyhanli, nella punta sud del Paese, ha spiegato la fonte.

«Le strutture saranno messe a disposizione entro e non oltre tre giorni, quindi permetteremo a queste persone di entrare gradualmente gin Turchia» ha detto il diplomatico, che ha aggiunto che sono stati distribuiti cibo e aiuti umanitari alle persone che al momento si trovano nella «terra di nessuno» fra i due Paesi. Due nuovi campi con una capienza di 10mila persone sono in costruzione a Gaziantep ed Hatay, le due province più vicine alla frontiera siriana, ha detto.

Il numero di profughi siriani rifugiati in territorio turco in campi tenda o prefabbricati è raddoppiato negli ultimi due mesi e sfiora le 80mila unità. Il ministro per gli Affari Esteri, Ahmet  Davutoglu, la scorsa settimana ha avvertito che la Turchia non è in grado di accogliere più di 100mila rifugiati e ha suggerito la creazione di una zona cuscinetto in territorio siriano sotto il controllo delle Nazioni Unite per contenere l’afflusso di profughi.

Nel frattempo l’Osservatorio siriano per i diritti umani fa l’ennesima macabra scoperta. Almeno altri 14 cadaveri sono stati scoperti a Daraya, la cittadina alle porta di Damasco dove l’offensiva delle forze di Assad ha ucciso almeno 320 persone di cui solo 220 corpi sono stati al momento identificati.  Tra i cadaveri ritrovati anche quelli di tre bambini e due donne.

A Damasco continuano gli scontri anche oggi, dove si sono registrate forte esplosioni in pieno centro.  I conflitti a fuoco tra ribelli e governativi si sono verificati nelle zone cristiane di Tijara e Bab Tuma –
nella città vecchia – e nei pressi di piazza degli Abbasidi, la stessa area dove è stato abbattuto  questa mattina un elicottero dell’esercito lealista.

Intanto la diplomazia guarda silenziosamente alla carneficina, le cui vittime continuano a salire.  Il conflitto in Siria dovrebbe essere regolato attraverso il dialogo, ma la situazione siriana è arrivata a un punto in cui le trattative sono diventate un’incognita.
L’esodo di massa di queste è indicativo su quanto sta accadendo in Siria.

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