IL CAIRO – Massima tensione al Cairo, dove almeno 30mila persone sono scese in piazza senza regolare permesso per protestare durante la cosiddetta “Giornata della rabbia”.
Non sono servite a nulla le intimidazioni del ministro degli Interni Habib El-Adli, il quale aveva dato l’ordine di arrestare chiunque esprimesse illegalmente i suoi punti di vista. Così le parole hanno ben presto lasciato spazio alla violenza e nella centralissima Piazza Tahrir si sono registrati gli scontri più duri. Le forze dell’ordine, sono state prese d’assalto da una pioggia di sassi lanciati dai manifestanti provenienti dai movimenti e dai partiti anti-governativi, al grido di “Mubarak vattene”, e “Pane e libertà”. E ancora: “Mubarak, cosa stai facendo con i nostri soldi?”. Molte auto sono state bruciate per protestare contro l’attuale governo e la disastrosa situazione economica che affligge migliaia di egiziani. Insomma sembra di assistere al preludio di una rivoluzione che interessa gran parte dell’Africa settentrionale e potrebbe ulteriormente espandersi a macchia d’olio.
Non è servito neppure il forte dispiegamento di agenti in tenuta antisommossa contro la rabbia incontenibile dei cittadini giunti a migliaia da tutto l’Egitto, almeno 30mila riportano fonti locali, ma il numero potrebbe addirittura essere molto più alto, tant’è che la polizia ha dovuto arretrare nelle strade laterali per non entrare in contatto con manifestanti. Si segnalano almeno cinque feriti e qualche arresto. Tuttavia ora la situazione – da quanto riferiscono fonti locali – sembra apparentemente più calma. Un gruppo di manifestanti è riuscito addirittura a scavalcare i cordoni di sicurezza creati intorno al Museo egizio del Cairo e ad entrare nell’edificio mettendo in fuga gli agenti della sicurezza.