Mafia. Blitz in imprese edili in Germania. 11 italiani in manette

BERLINO – Massiccia retata contro presunti mafiosi italiani residenti in Germania, accusati di truffe ed evasione fiscale per decine di milioni di euro grazie a cantieri edili intestati a prestanome.

Il quotidiano Koelner Stadtanzeiger ha rivelato che 400 poliziotti delle unità speciali e funzionari della polizia tributaria hanno eseguito perquisizioni a Colonia e in numerose città del Nordreno-Westfalia (Nrw), arrestando 11 dei 12 italiani per i quali erano stati emessi mandati di cattura.

Il capo dell’organizzazione criminale sarebbe un siciliano di 39 anni, titolare di un bar a Kalk, un quartiere di Colonia, dal quale gestiva tutte le attività illegali sul piano edilizio, oltre ad aver messo in piedi un traffico di cocaina in non modica quantità.
Le perquisizioni di appartamenti privati e locali commerciali di numerose imprese edilizie sono avvenute a Colonia, Leverkusen, Bergisch Gladbach, Troisdorf, Solingen, Hagen, Schwerte, Witten, Dortmund, Hamm, Pulheim, Recklinghausen, Bornheim, Geilenkirchen e Wuppertal. L’azione delle forze dell’ordine tedesche, che con il nome in codice di «Scavo» indagavano sulle attività della mafia italiana dei cantieri edili nel Nrw dal novembre scorso, è avvenuta in stretta collaborazione con le autorità di polizia ed i Carabinieri italiani, con la Procura generale di Palermo e i gip di Agrigento.

Sei mandati di cattura internazionali sono stati eseguiti su richiesta del tribunale di Colonia contro persone italiane residenti nei Comuni siciliani di Licata, Ravanusa e Piazza Armerina.  Il quotidiano di Colonia scrive che le attività illegali della banda consistevano nella creazione o nell’acquisto di imprese già attive in Germania, intestate a prestanome arrestati questa mattina in Italia. L’organizzazione mafiosa vendeva poi a diversi clienti le fatture di queste aziende, facendo versare gli importi su conti di società intestate a prestanome e pagava successivamente le somme in contanti dopo averne detratto una percentuale. Grazie a questo sistema l’organizzazione riusciva anche a non versare le tasse e i contributi sociali per i lavoratori edili, impiegati tutti in nero.

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