Tunisia: il popolo lancia la sua sfida e reclama diritto alla democrazia

TUNISI – In una Tunisia ancora in fermento dopo i moti popolari che hanno portato alla caduta del regime di Ben Alì.

Stamani il ministro della Giustizia, Lazhar Karoui Chebbi ha annunciato che è stato spiccato un mandato di arresto internazionale nei confronti del deposto presidente Zine al-Abidine Ben Ali, della moglie Leila Trabelsi e della sua famiglia. Per l’ex numero uno tunisino le accuse sono di acquisizione illegale e di traffico illecito di fondi all’estero. Ben Ali ha lasciato il Paese alla volta dell’Arabia Saudita lo scorso 14 gennaio dopo 23 anni di potere indiscusso nel Paese nordafricano. Un annuncio arrivato nello stesso giorno in cui  si registrano ancora proteste, le stesse che hanno portato alla caduta del regime di Ben Alì, e che ora sono contro il nuovo governo di transizione varato appena la scorsa settimana. Il popolo protesta contro una riforma politica ritenuta insufficiente e chiede un cambiamento totale.

 

Per i manifestanti il governo ha troppi legami con il vecchio regime. Sono sei i ministri del nuovo esecutivo, dei quali tre sindacalisti della Ugtt e uno dei leader dei partiti di opposizione legale, che in segno di solidarietà con i manifestanti non hanno riconosciuto il governo e si sono dimessi pochi giorni dopo la nomina. Questo però, non è servito a placare le manifestazioni di protesta che chiedono l’allontanamento di tutti gli ex membri del Movimento Costituzionale Tunisino, Rdc, il partito unico di Ben Alì. Nel frattempo alla Tv di stato il ministro per lo Sviluppo regionale, Ahmed Nejib Chebbi ha annunciato anche che il rimpasto ministeriale nel governo di unità nazionale tunisino sarà annunciato questa sera tardi o domani mattina. “Sono ancora in corso dei negoziati per arrivare a una composizione finale del governo che sia credibile agli occhi dell’opinione pubblica”, ha spiegato il ministro. Indiscrezioni anticipano che le sostituzioni dovrebbero interessare posizioni chiave, come Interno, Esteri e Difesa. Sempre oggi le autorità tunisine hanno annunciato un alleggerimento del coprifuoco in vigore nel Paese.

 

A partire da oggi il coprifuoco inizierà alle 22 e terminerà alle 4 del mattino, complessivamente tre ore in meno rispetto alla situazione precedente quando  andava dalle 20:00 alle 5:00. Ormai da giorni in centinaia sfidano il coprifuoco. A farlo specie chi si è accampato, giorno e notte, nella piazza della Casbah a Tunisi, sotto le finestre del primo ministro Mohammed Ghannouchi per chiedere le dimissioni del governo di transizione. Le contestazioni continuano anche oggi in migliaia in piazza. Manifestazioni si sono tenute a Sfax, la seconda città della Tunisia, sempre per chiedere le dimissioni del governo. Sfax è anche un’importante metropoli economica e bastione storico del sindacalismo tunisino. L’Uggt, principale sindacato del Paese, ha proclamato per oggi una giornata di sciopero generale in tutta la provincia di Sfax. Una mobilitazione popolare che si è avuta anche in altre città del Paese nordafricano e che è sfociata in una nuova giornata di tensioni.

 

A Tunisi la polizia ha usato i gas lacrimogeni per disperdere un gruppo di manifestanti che lanciavano pietre. Gli scontri sono avvenuti nella zona dei ministeri dopo che alcune persone hanno tentato di forzare il blocco degli agenti. Si trattava per lo più di dimostranti provenienti dalle zone rurali del Paese. Gli stessi che da giorni sono accampati nella piazza della Casbah. Per domani si prospetta un’altra giornata infuocata. L’Ugtt ha indetto uno sciopero generale a Sidi Bouzid, città a sudovest del Paese. Si tratta della stessa da dove il 17 dicembre è scaturita la scintilla dell’insurrezione popolare che ha portato alla caduta di Ben Alì. L’intenzione è di replicare il ‘successo’ di oggi a Sfax che ha visto un’alta adesione. E proprio da qui domani partirà un treno diretto a Tunisi, con lo scopo di raggiungere le persone che stanno da giorni manifestando alla Kasbah, dinnanzi alla sede del primo ministro. Un treno organizzato dalla sezione regionale dell’Unione dei lavoratori, Urt, appartenente all’Ugtt, per i propri associati e a proprie spese. Sempre oggi in Tunisia ha messo piede una missione dell’unione europea, Ue, guidata dal belga Hugues Mingarelli. Si tratta del direttore per il Medio oriente e il vicinato meridionale del nuovo servizio diplomatico Ue. Mingarelli discuterà con le autorità tunisine del pacchetto complessivo di misure che l’Ue intende adottare per sostenere la Tunisia in questo momento delicato della sua storia. In particolare, i provvedimenti Ue riguardano il sostegno alle riforme per rilanciare la democrazia e l’economia del Paese oltre che il supporto al processo elettorale. I ministri degli esteri dell’Ue discuteranno della questione e prenderanno una decisione  il prossimo lunedì in occasione del Consiglio Ue affari esteri in programma a Bruxelles.

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