Cipro, il piano di salvataggio sale a 23 milioni. Ripresa solo nel 2015

NICOSIA – Peggio del previsto la situazione finanziaria di Cipro. Lo dicono una parte dei creditori internazionali in un documento di analisi della crisi che sta sconvolgendo l’isola. Il piano di salvataggio, secondo quanto si apprende dalla stampa internazionale sarebbe salito da 17 a 23 miliardi di euro.

Sei in più di quanto inizialmente stimato dal governo di Nicosia. Di questi, lo ricordiamo, dieci sono stati concessi dalla Troika, il trittico composto da Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea. Un gap, che secondo quanto si apprende, sarà colmato dalla vendita di risorse del demanio e non da nuovi aiuti internazionali. Probabile la dismissione di riserve auree, aumento della tassazione e privatizzazioni assieme ad altre forme di finanziamento al vaglio dell’esecutivo. L’aumento della voragine provocherà un’inversione di ruoli nella leadership del piano di salvataggio: il 56% del debito, di cui solo il 10,6 miliardi appartiene al sistema bancario, sarà colmato con misure interne all’isola. I cui abitanti, però, sono attesi a periodi difficili. Secondo le previsioni degli esperti, il Prodotto interno lordo di Cipro prenderà a risalire solo nel 2015 (+1,1%) e nel 2016 (+1,9%). Dopo un calo del 8,7% stimato nel 2013. La diretta conseguenza è che il debito pubblico passerà dal 109% del Pil di quest’anno al 126.3% del 2016. Mentre per quanto concerne il deficit la situazione non è migliore: si prevede infine che il deficit di Cipro si attesti al 6% quest’anno per poi scendere sotto la soglia del 3% consentita dal Patto di Stabilità non prima del 2016. Una situazione molto dura per quello che una volta era considerato un paradiso fiscale.

Condividi sui social

Articoli correlati