Francia. Tutti i patrimoni dei Politici on line

Trasparenza o solo ricerca di consensi per Hollande?

PARIGI – Patrimoni dei 37 ministri del governo francese: voyeurismo politico o vera operazione di trasparenza? Sono le due posizioni che stanno dividendo la politica d’oltralpe, scissa dalla richiesta di pubblicare lo stato patrimoniale dei membri della politica avvallata da François Hollande. Il reddito dei membri dell’esecutivo francese è consultabile “en ligne” sul sito declarations-patrimoine.gouvernement.fr.

Ma non mancano le polemiche. Anche per via di una possibile prossima estensione del provvedimento a tutti i membri della camere del Parlamento, a tutti gli amministratori locali e ai manager pubblici. Un vera ghigliottina mediatica per gli amministratori della cosa pubblica. Di “operazione populista” o di “voyeurismo” sono i commenti più aspri su un dibattito che ormai da due settimane agita l’opinione pubblica francese. Ma non tutti la pensano così. E sorprende, ma neanche troppo, che dopo i temi ambientali ed eneregetici, qualcosa scricchioli all’interno dell’alleanza di centrosinistra Socialista-verdi. Sin dai primi momenti in cui Hollande ha annunciato il colpo di coda all’opacità della politica, i ministri “Verdi” Cecile Duflot e Pascal Canfin tra i più apprezzati in patria forse perché in perenne azione centrifuga dai colleghi socialisti, hanno aderito pubblicando sui blog e siti la loro dichiarazione dei redditi in anteprima. Accelerando così a dismisura la combustione del dibattito e mettendo ancor più pressione ai vertici socialisti. Che sul tema non appaiono compatti.

Un ulteriore problema per il Presidente della Repubblica francese, eletto come salvatore della patria poco meno di una anno fa, ma in caduta libera di consensi per via della scarsa incisività delle sue politiche, ma anche per via degli scandali legati a Jerhome Cahuzac. Proprio la vicenda del ministro del bilancio, colto con le mani nella marmellata dei conti in Svizzera, ha surriscaldato la temperatura sugli esponenti politici. Con questa mossa, Hollande, ha cercato di arginare i sentimenti di anti-politica che anche in Francia si sta facendo largo tra la popolazione. E a quanto pare anche con successo: il 63% dei francesi ha dimostrato di accettare di buon grado la misura di trasparenza della politica. “Una misura necessaria per una democrazia moderna” è l’opinione più diffusa. Secondo altri, invece, si tratta di solo un maquillage mal riuscito, visto che non viene preclusa la possibilità di mentire su quanto dichiarato. Esattamente come è stato concesso a Cahuzac, possessore da più di vent’anni di un conto svizzero con 600 mila euro mai dichiarato, e che allo stesso momento, in linea con le lotte di Hollande, prometteva la lotta all’evasione e alla povertà con la redistribuzione del carico fiscale verso i ceti più ricchi.

Ceti ricchi a cui appartengono solo alcuni esponenti del governo di centrosinistra di Hollande: tra questi sicuramente c’è Laurent Fabius, il più ricco dell’esecutivo. Il ministro degli esteri, 66 anni, figlio della borghesia parigina possiede un patrimonio netto di sei milioni di euro: suddivisi in immobili (possiede un appartamento a Parigi che da solo vale 2,75 milioni di euro) e partecipazioni in azioni. Poco inferiore quello di Michèle Delaunay, sottosegretario per la Terza età: 5,5 milioni per lei che è una oncologa di fama. Il capo del Governo Ayralut invece si ferma a poco prima dell’asticella dei 1,2 milioni stabilita come confine di applicazione della maxi patrimonale varata da Holllande. Pericolo scampato per il primo ministro del governo: guadagna 1.17 milioni annui. Ma spulciando bene tra le ricchezze dei membri dell’esecutivo le situazioni da “sinistra caviale” , quella sinistra che col portafoglio ben fornito urla la lotta ai ricchi, tanto osteggiata dall’opinione pubblica finisce qui. Tra le altre dichiarazioni c’è chi non ha nemmeno una macchina, bensì uno scooter Piaggio usato e 106 mila euro tra assicurazioni sulla vita e liquidità nei conti correnti: come Najat Vallaud-Belkacem, ministro delle pari opportunità classe 1977.  Oppure Manuel Valls, ministro degli Interni, 51enne con appena 108,71 euro sul conto corrente e immobili per un valore di poco più di 500 mila euro su cui pende ancora debiti per più di 100 mila euro. Insomma, non tutto è da ghigliottina mediatica.

Che si tratti di acqua sul fuoco, o semplicemente di una misura populista la questione della trasparenza è in auge nella politica francese. Esattamente come avviene in molti altri paesi nordici dove alla misura partecipano anche i cittadini. In Scandinavia, Svezia e Norvegia, infatti la dichiarazione dei redditi della popolazione (famiglie reali escluse) è a distanza di un click. Una forma di controllo che parte dal basso che rappresenta uno stratagemma tra i più evoluti che vigono nei paesi comunitari.

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