Francia. Dopo le protesi mammarie dannose, quelle ortopediche non a norma. 650 casi

PARIGI – Nuovo caso di protesi dannose in Francia dopo quelle della Pip. L’agenzia dei medicinali (MSNA) ha avviato una serie di indagini negli danni del laboratorio Ceraver, reo di commercializzare prodotti sanitari senza le necessarie certificazioni europee. Già 650 gli impianti utilizzati in altrettanti interventi operatori negli ultimi 4 anni. Altri 1000 sarebbero stati posti sotto sequestro.

 
Si tratta solo di una questione normativa. Attualmente non sono stati riscontrati rischi per la salute dei pazienti.” è quanto assicurato da François Hébert, vice direttore della MSNA. Nessun incidente o problemi medici sono stati segnalati alla banca dati nazionale dei dispositivi medici. Nonostante ciò, ciascuno di questi casi di impianto,che sarà esaminato dai chirurghi. Questo almeno è stata la raccomandazione inviata dal ministero della sanità.
 
Il ministro della salute francese Marisol Touraine si è prontamente espresso sulle vicende delle protesi ortopediche, il cui impianto, fortunatamente, è avvenuto solo in Francia, però in almeno 60 cliniche. “Invito ad attivare tutte le pratiche per la rimozione dei prodotti e per garantire l’informazione ai pazienti coinvolti”. La maggioranza degli impianti sarebbe nei confronti di donne. “Una tragedia” secondo il ministro Disabilità, Marie-Arlette Carlotti, il ministro con delega alle persone con handicap e alla lotta contro le esclusione.
 
Intanto proseguono le indagini. Non tutti nell’esagono sono propensi a credere nella buona fede dei medici chirurghi incaricati all’impianto. La posizione ufficiale delle istituzioni di vigilanza hanno parlato di errore in buona fede commesso dietro una falsa indicazione degli esperti. Un raggiro. Ma molte sono le dichiarazioni su palesi irregolarità nelle confezioni. Qualcuno, invece, isola il caso in un tentativo di accelerare il progresso tecnologico, frenato dalle gabbie giuridico-normative. La Ceraver produce circa 3000 protesi ogni anno. La maggir parte finisce nelle cliniche parigine. Una goccia nel male rispetto a quella delle Pip, le protesi mammarie fatte con materiali dannosi e facilmente deperibili vendute in mezzo mondo e il cui processo è nella fase conclusiva a Marsiglia.
 
 

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