Portogallo. Accordo con la Troika raggiunto, 4 miliardi di tagli per riceverne 2

LISBONA – Il Portogallo supera il settimo esame della Troika. E’ quanto trapela da fonti governative lusitane, secondo cui è stato trovato l’accordo per lo sblocco della tranche di due miliardi di euro di aiuti da parte della Troika, il trittico composto da Banca Centrale Europea, Commissione Europea e Fondo Monetario Internazionale.

La coalizione cristiano-conservatrice che governa il Portogallo, composta da PSD e i democristiani del PSD-PP, ha reso noto questa domenica l’accordo dopo un consiglio dei ministri straordinario e un summit tra i principali partiti. Un vertice che ha portato alla luce una serie di misure attese dallo scorso marzo. Si tratta appunto della settima misura di austerity pretesa dagli organismi internazionali per lo sblocco dei 78 miliardi totali di aiuti che i lusitani beneficiano dal 2011.

Ovviamente non si tratta di un accordo fatto a cuor leggero. Si tratta come sempre in questi casi di tagli alla spesa pubblica fatti sull’altare dell’austerity. Un pegno di fedeltà alla revisione della spesa pubblica come baratto di liquidità finanziaria.

Tra le riforme più sangiunose: l’aumento dell’età pensionabile da 64 a 65 anni. Ma anceh l’aumento delle ore di lavoro: da 35 a 40 ore di lavoro. Riforme, quelle del mercato previdenziale e del lavoro che nelle intenzioni dovrebbero far salire la competitività dei lusitani agli occhi degli investitori internazionali. Ma anche una miglioria delle casse pubbliche, con un aumento dell’accesso al welfare pensionistico. Spese pubbliche che godranno di tagli lineari del 10% in tutte le attività organizzative che compongono i ministeri. Si tratta di una manovra da 4,8 miliardi di euro.

Il Portogallo auspica che dopo questa intesa, i partner europei confermino in tempi rapidi anche l’accordo per una proroga dei tempi per il rimborso dei prestiti. Oggi, il ministro delle Finanze portoghese, Vitor Gaspar, illustrerà i risultati della settima valutazione della Troika ai suoi colleghi dell’eurozona riuniti a Bruxelles, che certamente noteranno i progressi portoghesi, che nella scorsa settimana sono riusciti per la prima volta dall’inizio della crisi i titoli di stato in modo efficiente. Lisbona, lo scorso 7 maggio, ha piazzato 3 miliardi di titoli con scadenza febbraio 2024 attraverso un sindacato di banche, registrando una domanda pari a tre volte l’offerta. Un esame brillantemente passato secondo molti esperti. Mentre altri precisano che questo accalcarsi nei confronti dei titoli lusitani non sia tanto un sintomo di buona salute delle finanze pubbliche, quanto piuttosto un trend speculativo incentrato sulla ricerca di interessi e profitti facili.

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