Scozia. Referendum per l’indipendenza da Uk. I giovani decidono per il No

EDIMBURGO – L’appuntamento è di quelli che fanno cambiare la storia. Di quelli che con un si o un no possono cambiare le sorti di una popolazione. A più di un anno dal 18 settembre 2014, giorno in cui la Scozia deciderà se autoproclamarsi autonoma dalla Gran Bretagna, dalle parti di Edimburgo si interrogano sull’opportunità o meno della scelta referendaria.

Secondo quanto rivela un sondaggio dell’Università di Edimburgo i giovani scozzesi non sarebbero favorevoli all’indipendenza. Lo rivela un sondaggio condotto all’interno della maggiore università della zona, quella di Edimburgo. Circa il 60% della popolazione studentesca avrebbe manifestato dubbi sulla scelta avallata dal premier scozzese Alex Salmond, il leader di Snp (Scottish national party), il partito nazionalista che sostiene la battaglia per l’indipendenza. Un percorso iniziato nel lontano 1999, quando Edimburgo ottenne di avere il proprio parlamento.

In sostanza si tratta di una battaglia non dissimile a quella voluta dalla Lega per le regioni settentrionali italiane e quelle della Catalogna in Spagna, recentemente stoppata dalla Prima Sezione del Tribunal Constitucional de España, che in una nota ha accettato il ricorso dello Stato Centrale contro la “Resoluciò 5/X” stoppando di fatto l’iter indipendentista catalano.

Tutte battaglie che fanno dell’anti-coesionismo nazionale e della volontà di gestire in modo autonomo le risorse fiscali dei territori i propri slogan. Ma in molti non sono d’accordo. In Scozia l’opposizione guidata dai Laburisti, dai Conservatori e dai Liberaldemocratici hanno promosso delle campagne per evidenziare gli sforzi che Londra, in qualità della sede dello stato centrale, promuove versando ingenti finanziamenti verso il nord. Non solo. L’abbandono della Scozia dalla Gran Bretagna prevederebbe un nuovo iter per la nuova annessione da parte della Scozia nelle sedi comunitarie, e non sarebbe scontata l’approvazione inglese e quindi la necessaria unanimità necessaria per la convalida definitiva dell’iter. Una patata bollente bella e buona nelle mani di Cameron e delle cancellerie europee quindi.

Forse anche per questi possibili intoppi i giovani scozzesi non sembrano esaltati dalle prospettive indipendentiste. Solo uno su cinque crede che lo “Yes” la croce sul sì all’indipendenza sia una scelta giusta. Circa la stessa fetta della torta che si dichiara indecisa. Un terzo di quanti, circa il 60%, si dichiara negativi alla possibilità secessionista. Le quote non sono del tutto irrilevanti. Al referendum del prossimo anno parteciperanno infatti anche i sedicenni. Se il fronte del si dovesse vincere la secessione sarebbe effettiva a partire dal marzo 2016.

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