La Francia obbliga Twitter a fornire i dati degli utenti antisemiti

PARIGI – E’ rimasto fuori dalla grana del Datagate, ma in Francia Twitter dovrà rivelare i dati personali degli utenti francesi razzisti.

E’ quanto deciso da un tribunale di Parigi, che ha respinto il ricorso del colosso americano contro una precedente sentenza che la obbligava a farlo. Un tira e molla che ha avuto origine più di un anno fa, e più precisamente durante l’ottobre 2012.

Al centro della bufera legale c’erano alcuni hashtag antisemiti: #unbonjuif (un ebreo buono), ma anche #unjuifmort (un ebreo morto). Da lì ci fu una sentenza dell’Alta Corte di Parigi, che nello scorso gennaio emise un verdetto esemplare: il social network doveva rivelare i dati degli utenti fascisti direttamente alla Unione francese degli studenti ebrei e ad altre quattro associazioni qualora fosse richiesto.

Sulla salvaguardia dell’utente portata avanti dal popolare social network si sa oramai quale siano i principi che la regolano: i dati sensibili e quelli trasmessi nell’uso del social network dall’utente non possono essere rivelati. Una questione rispetto degli users. Tuttavia in attesa di conoscere il verdetto del ricorso, alcuni post razzisti furono bloccati. Tanto per non favorire il propagarsi di ideologie razziste. Tuttavia la sua posizione rimase inalterata. Twitter in sostanza, affidò all’a avere base negli Stati Uniti e quindi di essere protetta dal primo Emendamento, che in America garantisce libertà a qualunque tipo di opinione. Ma i giudici francesi, per la seconda volta, hanno mostrato posizioni differenti.

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