Siria. Bombardamento USA alle porte. E’ scontro tra Kerry e Dempsey

ROMA – Alla Casa Bianca si è acceso uno scontro sull’ipotesi di bombardare la Siria. Nel corso di una riunione nella stanza dei bottoni, il segretario di Stato John Kerry ha scatenato la dura reazione di Martin Dempsey, Capo dello Stato Maggiore (la più alta carica nelle forze armate statunitensi), dichiarandosi a favore di un attacco alle basi militari controllate dal regime di Bashar al Assad, alla luce della prova dell’uso di armi chimiche contro i ribelli dell’opposizione.

Secondo quando riportato da Jeffrey Goldberg, un giornalista di Bloomberg News in contatto con funzionari della Casa Bianca, Dempsey si sarebbe opposto duramente all’ipotesi, chiedendo a Kerry se si rendesse conto di quali implicazioni e conseguenze potesse avere un bombardamento. Il generale avrebbe poi chiaramente detto che il segretario di Stato – entrato in carica da pochi mesi e già completamente coinvolto nella difficile gestione di rapporti con il Medio Oriente – non ha colto in pieno la complessità di una simile operazione. «Dempsey ha chiarito a Kerry che l’aeronautica americana non può semplicemente sganciare alcune bombe, o sparare un pò di missili, a obiettivi nel territorio siriano: per agire in sicurezza gli Stati Uniti dovrebbero neutralizzare tutto il sistema siriano di difesa aerea», ha scritto Goldberg.

Pochi giorni fa il presidente Barack Obama si era espresso sull`ipotesi di imporre la no-fly zone sul territorio del conflitto, dicendosi fortemente scettico. Nel corso di un’intervista rilasciata a Pbs e mandata in onda lo scorso lunedì, Obama ha detto che non è convinto che un intervento simile possa effettivamente salvare delle vite, nè tantomeno colpire il regime di Bashar al Assad in modo decisivo.

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